Roma

Roma catturata nei secoli. La storia della città raccontata da 300 fotografie

“Roma nella camera oscura”: una mostra a Palazzo Braschi che rende omaggio alla città con più di 300 foto

di Maddalena Scarabottolo

“Roma nella camera oscura”: una temporanea ospitata a Palazzo Braschi, Museo di Roma, dedicata all'arte della fotografia dall'Ottocento fino a oggi. 300 le foto che commemorano i 180 anni della nascita ufficiale della fotografia. Una mostra, che è anche un'occasione, per mostrare al pubblico una selezione delle ricche raccolte dell'Archivio Fotografico romano.

 

L'esposizione, promossa da Roma Capitale, curata da Flavia Pesci e Simonetta Tozzi, resterà aperta al pubblico fino al prossimo 22 settembre.Simonetta Tozzi informa che “l'obiettivo è quello di far conoscere un patrimonio strepitoso della città affiancando lungo il percorso nomi noti con altri che, anche se sconosciuti ai più, sono stati dei veri pionieri di quest'arte”. Un racconto per immagini che si snoda lungo la città tra un secolo e l'altro. Alcune opere esposte, afferma la studiosa, “sono dei veri e propri reperti fotografici”.La prima parte della mostra espone un aspetto interessante, in quanto permette di mettere a fuoco le origini di questa nuova arte che da un lato vuole emergere e dall'altro competere con la pittura.

Le ingombranti attrezzature, risalenti al 1845, sono affiancate ai primi risultati ottenuti: esperimenti che incrociavano l'abilità tecnica con quella scientifica. Agli albori della storia della fotografia, nomi come Giacomo Caneva, Frédéric Flachéron, Eungèn Costant e Robert MacPherson, sperimentavano con le lastre in rame argentate, i vapori di iodio, la carta salata e l'albumina. Questi personaggi dovevano quindi dimostrare notevoli conoscenze anche nel campo della chimica.

Nonostante le innovazioni tecnologiche, ciò che appare è un forte richiamo alle immagine pittoriche e in particolare quelle prodotte dagli artisti del Grand Tour: le antichità, le rovine, i simboli della città moderna, le opere ai Musei Capitolini e Vaticani.

La fotografia inoltre mostra subito uno stretto rapporto con Roma per quanto riguarda il suo apporto fondamentale alla documentazione archeologica, aspetto ben riscontrabile nella sala dedicata ai negativi su lastra di vetro.

Un'altra sezione sostanziosa è rappresentata dalle immagini che immortalano la Basilica di San Pietro nelle sue più diversificate caratteristiche: dall'immagine di luogo simbolo e di culto con le grandiose fattezze michelangiolesche, a immagini che ritraggono la vita quotidiana all'interno delle mura vaticane e delle grandi riunioni ed eventi storici.

Il percorso espositivo illustra inoltre come la fotografia sia stata un mezzo molto importante anche per documentare le trasformazioni urbanistiche della città. Da capitale d'Italia a sipario per il regime fascista e poi via fino agli anni 70, quando  il   fotografo d'architettura divenne, con Oscar Savio, una vera e propria professione.

Largo spazio viene dato anche a quella che è definita dalle curatrici “la quotidianità romana”. Nella settima sezione sono esposti molteplici scatti di vita sociale: eventi celebrativi e ufficiali, ma anche mercati, feste e performance artistiche.

La mostra trasmette ancora una volta l'importanza della fotografia in ogni aspetto dell'ambiente comunitario. Anche a distanza di pochi anni la fotografia può diventare un elemento importantissimo di ricordo e ricostruzione per l'identità di una città, un popolo o una nazione.