Roma

Roma, chiudono le storiche fontane. Lavori a piazza Navona e Fontana di Trevi

Dal 13 lavori di pulizia e restyling della fontana dei Quattro Fiumi, sulle fontane di piazza del Popolo e al Campidoglio

Il 13 gennaio la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali avvierà, salvo condizioni metereologiche avverse, una serie di interventi di manutenzione che prevede il monitoraggio dello stato conservativo delle tre fontane di piazza Navona, il diserbo e la riadesione di frammenti sulle fontane di piazza del Popolo, la disinfezione delle facciate degli edifici di piazza del Campidoglio e operazioni manutentive sulla Fontana di Trevi.

Il primo intervento riguarderà la Fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona, avrà la durata di circa 15 giorni e sarà realizzato previo svuotamento della vasca e collocazione di una recinzione metallica. Sarà ripristinata la porzione inferiore della bocca della scultura del leone (sul lato est) distaccatasi il 18 agosto 2020 per l’usura di un perno metallico di ancoraggio e saranno ricollocati tre piccoli pezzi caduti dalla ghirlanda di foglie che cinge la testa della statua del Gange. I frammenti, rinvenuti dall’Acea Ato 2 durante le operazioni ordinarie di svuotamento e pulizia della fontana, erano stati recuperati immediatamente dai tecnici della Sovrintendenza Capitolina e sono attualmente in laboratorio per essere sottoposti alle operazioni propedeutiche alla loro ricollocazione in situ.

La fontana dei Quattro Fiumi fu realizzata tra il 1648 e il 1651 da un folto gruppo di artisti e maestranze dirette da Gian Lorenzo Bernini. Al centro di un basso bacino di forma ellittica, la fontana è immaginata come una grande scogliera di travertino, scavata da una grotta con quattro aperture, che sorregge l’obelisco di granito. Sugli angoli della scogliera sono collocate le monumentali statue marmoree dei quattro fiumi che rappresentano i continenti allora conosciuti, identificati anche dalla vegetazione e dagli animali scolpiti accanto: il Danubio di Antonio Ercole Raggi per l’Europa, con il cavallo; il Gange di Claude Poussin per l’Asia, con il remo e il dragone; il Nilo di Giacomo Antonio Fancelli per l’Africa, con il capo velato (allusione alle sorgenti sconosciute) associato al leone e alla palma; il Rio della Plata di Francesco Baratta per l’America con un braccio sollevato – forse per ripararsi dai raggi del sole rappresentato dall’obelisco – e accanto un armadillo. Sulla parte alta della scogliera sono due grandi stemmi marmorei della famiglia del papa Innocenzo X Pamphilj con la colomba che porta nel becco un ramo di ulivo, e la stessa colomba, in bronzo, è collocata alla sommità dell’obelisco.