Roma

Roma, città del lusso: il turismo in ripresa. “Abbiamo 54 hotel a 5 stelle”

Roscioli, Federalberghi Roma: "Roma è sold out: alberghi sono pieni. Il settore è in ripresa. Pesa la mancanza di personale"

Roma è diventata la città del lusso: il turismo è in piena ripresa e molti brand internazionali hanno deciso di investire nella Capitale. “Adesso gli alberghi a 5 Stelle sono 54, puntiamo a superare i 65 entro il 2025-26. Supereremo Milano e recuperemo il gap con le altre capitali”

A dirlo è Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, intervenendo all'assemblea nazionale di Federalberghi. “L'occupazione delle camere - ha spiegato Roscioli - arriva al 90% e gli alberghi sono quasi tutti pieni. Moltissimi hotel che avevano chiuso durante la pandemia hanno riaperto e tanti hanno ristrutturato. Nel complesso parliamo di 1200 strutture”.

“La maggior parte dei turisti sono statunitensi”

Il gruppo più numeroso di turisti proviene dagli Stati Uniti. Seguono poi Francia, Germania e Regno Unito che si alternano al secondo posto. “Gli statunitensi sono stati i più reattivi dopo la pandemia, i primi che si sono riaffacciati l’anno scorso, grazie anche ad un rapporto dollaro/euro molto favorevole che li ha incentivati a scegliere l’Europa come destinazione. All’interno dell’Europa, l’Italia durante la pandemia ha ben figurato: il nostro Paese è stato apprezzato all’estero e i turisti si sono sentiti protetti in un Paese che sta in cima ai loro desideri”.

“Pesa ancora la carenza di personale, anche se non più come prima”

Un settore che però è alle prese con la mancanza di personale: “Il problema - spiega Roscioli - è nelle competenze. Oggi siamo in una situazione migliore di quella seguita alla pandemia, quando non si trovava veramente personale. Molti alberghi avevano chiuso e licenziato ed i lavoratori sono stati protetti dalla Naspi. Ora il sussidio di disoccupazione è vicino alla scadenza e probabilmente le persone stanno cominciando a cercare lavoro. La mancanza di lavoratori si sente ma meno di prima, però resta il nodo competenze: serve formazione”.