Roma

Roma "città di matti": 3 Asl per 35mila persone. Pazienti dimenticati

Patologie psichiatriche in aumento, calano i servizi. La denuncia: “Ricadute su pazienti e famiglie”

Roma è una "città di matti", solo tre Asl a disposizione di circa 35mila pazienti psichiatrici. Servizi e personale insufficienti,  i livelli essenziali di cura della salute mentale a rischio a Roma e nel Lazio.

 

La denuncia nei confronti delle istituzioni arrivaa dalla Consulta regionale per la salute mentale e quella cittadina permanente per la salute mentale di Roma Capitale, che, a seguito di un incontro sull'assistenza psichiatrica pubblica a Roma e nel Lazio, dichiara: "A fronte di un aumento delle problematiche psichiatriche complesse - si legge nella nota congiunta - che solo a Roma riguardano circa 35.000 pazienti in trattamento nelle tre Asl, va sempre più impoverendosi la rete di cura, con offerte di presa in carico disomogenee e assolutamente inadeguate alle necessità cliniche, non rispettose dei bisogni di salute dei cittadini e che non garantiscono a tutti gli stessi obiettivi di efficacia, di appropriatezza delle cure e di accesso ai Servizi. Tutto ciò si sta consolidando nel silenzio e nell'indifferenza, penalizzando e discriminando le fasce più vulnerabili ed economicamente più deboli dei cittadini".

In breve, un calo costante di uomini e risorse dedicati alla salute mentale, che inevitabilmente si ripercuote su pazienti e le loro famiglie. In particolare, la Regione "non ha accolto le proposte di modifica del tetto di esenzione alla compartecipazione per le Srsr (strutture residenziali socio riabilitative) cosicché ad oggi le famiglie con un Isee pari o superiore a euro 20.000 dovranno pagare ogni mese euro 1.944 + iva (quota sociale pari al 60%)".

Spazio poi alle polemiche anche con il Campidoglio, accusato, in merito all'ordinanza che "obbligherebbe" i clochard ad accettare i rifugi messi a disposizione, di voler "procedere con un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) per risolvere il dramma dei senza fissa dimora - si legge nella nota - Sarebbe un pericoloso ritorno al passato, l'azzeramento dei principi della riforma psichiatrica, trasformare un atto sanitario in un provvedimento di polizia urbana"

.Tutti i componenti delle due Consulte per la salute mentale "auspicano che la Regione Lazio e Roma Capitale maturino in tempi brevissimi un intelligente ripensamento politico, restituendo all'assistenza psichiatrica e alla tutela della salute mentale una definizione omogenea ed organica degli obiettivi e delle strategie d'intervento per l'eliminazione delle profonde differenze e disuguaglianze che caratterizzano la continuità terapeutica nella presa in carico, tenendo conto dei principi della dignità della persona, dell'equità, della qualità e dell'appropriatezza nell'accesso alle cure".