Roma
Roma e contratto dei 22 mila Comunali: la Cgil e le capriole di don Abbondio
La replica del sindacato all'articolo di affaritaliani.it invoca differenze dirimenti tra le richieste Cgil e la proposta del Comune
Ventiduemila dipendenti del Comune di Roma senza contratto decentrato da 14 anni e la Cgil Funzione Pubblica si appella a don Abbondio: stipendi e carriere bloccate perché il matrimonio tra Cgil e Comune "non s'ha da fare".
Questo ha scritto il sindacato: “La Fp CGIL di Roma e Lazio ritiene non condivisibile la proposta dell’Amministrazione di Roma Capitale in quanto non si è tenuto in alcun conto di alcune delle osservazioni ritenute dirimenti”. Dunque, nessuna contrattazione di secondo livello “per evidenti impedimenti dirimenti”. Stipendi e carriere bloccate perché il matrimonio tra Cgil e Comune “non s'ha da fare”.
La replica del primo sindacato nella sua articolazione Funzione Pubblica a quanto pubblicato da Affaritaliani.it nell'articolo Roma, sul contratto dei Comunali la Cgil si oppone a sé stessa. La storia è la sintesi di quanto sia complesso il ruolo del sindacato in una città come Roma. La stessa Roma che ha visto 171 assunti al Comune rinunciare al posto di lavoro perché Roma Capitale ha stipendi troppo bassi e nel momento in cui l'Amministrazione mette mano al portafogli e mette in campo 166 milioni di euro, il sindacato non firma l'accordo per “osservazioni dirimenti”. Una bizzarria ben esposta nella replica che il segretario Generale della Cgil di Roma e del Lazio, Giancarlo Cenciarelli e che pubblichiamo per dovere di cronaca.
La replica della Cgil Funzione Pubblica
“Abbiamo letto con stupore l’articolo evidenziato in oggetto pubblicato sul Vostro quotidiano on line. Ci saremmo aspettati di essere ascoltati preventivamente, anche perché ora ci corre l’obbligo di segnalare che la narrazione riportata non risulta aderente alla realtà del tavolo e pertanto siamo a chiederVi il giusto diritto di replica.
Nell’articolo si dice che la CGIL ha bocciato la proposta dell’assessore Catarci ma che tale proposta era identica a quella avanzata dalla stessa CGIL. Ora, non quale sia la fonte utilizzata dal giornalista che ha redatto l’articolo, ma riteniamo sarebbe stato utile leggere la nota a verbale della FP CGIL per comprendere le differenze tra quanto proposto dall’amministrazione e dall’assessore Catarci e quanto rivendicato dalla FP CGIL.
Ad ogni buon conto riportiamo qualche stralcio: “…. la Fp CGIL di Roma e Lazio ritiene NON CONDIVISIBILE la proposta dell’Amministrazione di Roma Capitale in quanto non si è tenuto in alcun conto di alcune delle osservazioni ritenute dirimenti e presentate nel documento inviato da questa Organizzazione (….) Come più volte ribadito in sede di confronto si specifica:
• non si prende in considerazione, per quel che riguarda le competenze professionali, l’elemento oggettivo della comparazione che avrebbe consentito una intellegibilità più chiara e trasparente per tutti i partecipanti alla selezione. Al colloquio vengono attribuiti 22 punti su voci di cui non si definisce la pesatura e alcune delle quali appaiono troppo discrezionali. Inoltre non è comprensibile perché occorra un colloquio per quel tipo di valutazione;
• non vengono definiti chiaramente i c.d. titoli di studio coerenti (di cui si dovrebbe venire a conoscenza all’uscita del bando) e l’eventuale loro pesatura, lasciando all’Amministrazione una ulteriore discrezionalità; (…..)
Per quanto sopra esposto e ribadito più volte sul tavolo di confronto, la Fp CGIL di Roma Lazio ritiene assolutamente NON CONDIVISIBILE la proposta definitiva e ultimativa presentata dall’Amministrazione di Roma Capitale nell’incontro odierno, la quale non ritiene necessario un ulteriore spazio di confronto come più volte da questa Organizzazione richiesto.”
In sintesi la FP CGIL non ha condiviso la proposta presentata dall’Amministrazione perché tale proposta non definisce nel dettaglio tutti i criteri ed i relativi pesi, comprese le modalità, le materie e le forme secondo cui si intenderà dar seguito al colloquio di cui abbiamo contestato la necessità stessa, lasciando intendere che su tali argomenti l’Amministrazione intenderà procedere UNILATERLMENTE, senza ulteriore confronto con le Organizzazioni Sindacali”.
La riposta di Affaritaliani.it
I documenti di cui è entrata in possesso la redazione, schemi che riassumono in tabella le proposte del Comune e le richieste della Cgil, evidenziano quanto scritto nel primo articolo. Per maggiore chiarezza aggiungiamo che sui criteri e i relativi pesi sulle competenze professionali che nella proposta della CGIL venivano indicati come "da definire" l'amministrazione ha provato a sentizzarli con la valutazione del curriculum, le valutazioni della performance (sottofattori richiesti proprio dalle sigle sindacali al tavolo di confronto) nonché il colloquio, in linea con gli orientamenti dell'ARAN che sul tema ha chiarito che è possibile inserire una prova per le progressioni tra le aree. Sono stati definiti poi gli elementi oggetto del colloquio, previsto tra l'altro solo per le progressioni in cui vi sia un mutamento di mansioni, che si articolerà sulla capacità di gestire una situazione nel contesto lavorativo del profilo oggetto di progressione.
Siamo perfettamente coscienti resta facoltà di ogni singola organizzazione sindacale dissentire su proposte ritenute non accettabili anche se le differenze appaiono marginali o meglio non totali. Rimane sullo sfondo quello che invece si sta realizzando, con la ripresa della possibilità delle progressioni di carriera che a Roma Capitale non si fanno da 14 anni, su cui non risulta che siano andate in scena accese proteste in tutti questi anni. Qualità del lavoro dei Comunali e relativo stipendio che in ogni sarà impoverito dall'inflazione, sono temi che non possono essere più rinviati, ancor di più da una contrattazione in stile borbonico che rischia di perdere di vista l'obiettivo più importanti: i lavoratori. Siamo certi che la grande tradizione di vicinanza della Cgil, saprà reagire al momento di stallo che a Roma dura da 14 anni.