Roma
Roma, crack rifiuti. Appello di Zingaretti all'Emilia: “Vi prego salvate Roma”
La Roma M5S si inginocchia a Pizzarotti e al suo termovalorizzatore
di Fabio Carosi
Cumuli di rifiuti in ogni angolo: dal “profondo” sud di Casalpalocco e Ostia sino al nord “estremo” della Bufalotta e della Cassia.
E a poche ore dal Capodanno 2018 la Regione Lazio alza bandiera bianca: Roma è in piena emergenza e potrà essere salvata solo se altre regioni più virtuose ospiteranno i sacchi che l'Ama non riesce a raccogliere e che i cittadini sono costretti a lasciare in strada accanto ai cassonetti che vomitano ogni genere di scarto fuoriusciuto dalle case.
A ad alzare bandiera bianca è il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che scrive urbi et orbi in perfetto stile buonista: “Abbiamo più volte sottolineato la fragilità del sistema impiantistico per la gestione dei rifiuti della Capitale. Per questo nei mesi scorsi abbiamo chiesto con forza a Roma Capitale di condividere con la Regione la necessità di dotare il ciclo di nuovi impianti. Il nostro sforzo sarà quello di cambiare radicalmente il ciclo dei rifiuti, dotando il Lazio di impianti moderni che possano ridurre al minimo le necessità di smaltimento. Ma la Capitale sta vivendo in queste ore una grande difficoltà di gestione dovuta al picco stagionale di produzione rifiuti. Per questo rivolgo uno stringente appello alle Regioni che possono fare uno sforzo e ai sindaci, in particolare dell’Emilia–Romagna, perché ci aiutino a salvare la Capitale da una difficoltà crescente. Un appello, senza arroganza, ma con gratitudine a quelle Regioni che già ci hanno mostrato solidarietà”.
Traduzione: né Zingaretti, che almeno ha avuto il buon senso di tacere, tantomeno sindaco Raggi e sudditi stellati dediti all'Ambiente e all'Ama sono riusciti ad evitare l'ennesimo spettacolo indecoroso della Capitale d'Italia soffocata dalla monnezza, ma a differenza del governo di Roma che continua a inquinare i social con piano e progetti per risolvere tra venti anni l'emergenza, la Regione Lazio scopre l'umiltà di chi non ha voluto dotare Roma di impianti per il trattamento e così si inginocchia di fronte all'ex grillino Pizzarotti che invece in Emilia Romagna il termovalorizzatore l'ha fatto realizzare.
Il resto sono chiacchiere, come quelle del Codacons che di emergenza in emergenza non ha niente di meglio da fare che invitare i romani a riempire moduli cartacei per chiedere la riduzione della tassa sui rifiuti a causa della mancata raccolta.
Tutto sommato la realtà e le responsabilità di Ignazio Marino e Nicola Zingaretti vengono così coperte: la più grande città d'Italia ha perso dalla mattina alla sera la sua discarica senza che si ponesse mano ad un ciclo di rifiuti che si basava su una buca. Il 28 dicembre del 2017, la città si arrende. É la Capitale dei rifiuti. E il Cinque Stelle sogna i rifiuti zero. La profezia di Manlio Cerroni si è avverata: Roma è nei guai seri.