Roma
Roma diventa un Truman Show: la parabola di Raggi e dei consiglieri giocosi
“Tombini ritoccati, festeggiamenti per i bus in fabbrica e in strada e chi assume la fidanzata: Roma non è un gioco”. Il punto di Andrea Catarci
di Andrea Catarci *
Il consigliere comunale M5s Ferrara è arrivato a diffondere immagini false tramite twitter, dopo averle lavorate grossolanamente con un programma di grafica, per far diventare pulito un tombino che non lo era. Ora è lui a far notizia per la gravità dell’episodio ma non va ignorato che l’attitudine al travisamento dei fatti è una pratica diffusa in buona parte del M5s romano.
C’è chi festeggia il quarto anniversario del recupero di 45 filobus omettendo che gli stessi sono di nuovo abbandonati in un deposito da quasi un anno, per mancanza di manutenzione; c’è chi, sempre in tema di trasporto pubblico, spiega orgogliosamente come sia logico fare più presentazioni alle telecamere degli stessi autobus, perché un conto è mostrarli nello stabilimento e un altro nei territori dove fanno servizio; c’è chi, dopo l’ennesimo bando andato deserto per assurdità evidenti, decanta la propria bravura mentre affida un impianto sportivo a una federazione nazionale, sottraendolo ad associazioni e territorio; c’è chi, a pochi mesi dalla fine della consiliatura, assume in segreteria la fidanzata di un altro assessore residente a qualche centinaia di chilometri di distanza.
Sono pochi esempi, si potrebbe continuare nell’elenco. I protagonisti sono tutti esponenti della maggioranza M5s che da quasi 5 anni s-governa Roma. Hanno scambiato il lavoro nelle istituzioni per un gioco e non esitano a prendere sembianze da imbroglioni e a manomettere la realtà, lanciandosi in inqualificabili gesti/affermazioni. Viene da dire una sola cosa: smettetela, rappresentate la Capitale, non un club di amici, un meet up o una setta qualsiasi.
Poi c’è la Sindaca, che si è messa a bluffare nientemeno che sul Next Generation EU, cioè sul programma europeo noto come Recovery Fund. Dalla scorsa estate ha ufficializzato la sua ricandidatura per il Campidoglio e, dallo scranno più alto, ha evidentemente deciso di sbaragliare ogni competitor interno in quanto a propaganda. Prima con la memoria di giunta dell’estate 2020, poi attraverso conferenze stampa, interviste, incontri con rappresentanti del governo nazionale, ha reclamato il finanziamento di 159 progetti per complessivi 25 miliardi, di cui 12 finalizzati al potenziamento del trasporto pubblico. Solo nello stilare l’elenco ha finto di non sapere – o non ha capito - che le istituzioni europee finanziano solo opere che devono essere realizzate entro agosto 2026. Motivo per cui chiedere i fondi per prolungamenti e nodi di scambio della metro A e della B, per le altre tratte della C - quando si prevede di concludere a ottobre 2024 quella sino ai Fori - e per la D, come anche per la riqualificazione della Roma Lido, per la chiusura dell’anello ferroviario e per la nuova rete tranviaria, risulta davvero velleitario.
Non si sono selezionate opere con una reale progettazione a supporto come sarebbe stato necessario, probabilmente perché non ce ne sono, perché i cassetti sono desolatamente vuoti: almeno per i prolungamenti di metro A e B, per la trasformazione della Roma Lido, per le metro leggere e i tram avrebbero dovuto esserci. Per nascondere le magagne ci si è limitati a riproporre la traccia della programmazione contenuta nel PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, che ha importanti pregi e - pur con alcuni limiti evidenti come l’assenza dell’ambizione climatica – è un importante strumento di lavoro ma è altra cosa. Se i documenti europei che disciplinano l’erogazione dei fondi vengono mal interpretati o non vengono nemmeno letti, se non si comprende né l’oggetto né le regole della partita, difficilmente si può riuscire a utilizzarli pienamente: il risultato rischia di essere la perdita di ingenti somme di cui si avrebbe davvero tanto bisogno.
Viene persino il dubbio che se ne freghino dei destini reali della città quando si assiste all’ennesima recita, al trucco dozzinale, allo scaricabarile più banale, come si è fatto dai primi giorni dell’estate del 2016. Vale per la Sindaca, a maggior ragione, il discorso fatto per gli altri componenti della sua maggioranza: smettetela, Roma non merita di essere ulteriormente maltrattata.
* Andrea Catarci, coordinatore del Comitato scientifico di Liberare Roma