Roma
Roma, dopo 5500 giorni arriva la sentenza: il San Giacomo non deve chiudere
Quindici anni di battaglie legali contro la decisione della Regione di chiudere l'antico ospedale romano
Dopo 5415 giorni, quasi 15 anni, è arrivata la parola fine sulle vicenda giudiziaria legata all'ospedale San Giacomo. La Cassazione ha messo la parola fine su questa faccenda decretando che l'antico ospedale romano non deve chiudere. Esultano comitati e associazioni, tra cui Italia Nostra, he in questi anni si sono battuti contro la chiusura dell'ospedale.
Si chiudono così quindici anni di battaglie portate avanti da Italia Nostra contro la chiusura del San Giacomo, decisa dalla Giunta Marrazzo nell'estate del 2008. Battaglie combattute a suon di proteste, manifestazioni, sit in, esposti in Procura e alla Corte dei Conti, conferenze stampa. Italia Nostra si è sempre battuta per salvare l'ospedale, a partire dal suo presidente Carlo Ripa di Meana.
La vittoria del Cardinal Salviati
Altra combattente in questa lotta è stata Oliva Salviati, discendente del Cardinal Salviati, l'ecclesiastico che ristrutturò l'edificio mel Cinquecento e che, nel suo testamento, sancì il divieto di usarlo per fini diversi. Dopo 5415 giorni ha trionfato anche il testamento del Cardinal Salviati.
Il riassunto delle puntate precedenti
La giunta Marrazzo decretò la chiusura dell'ospedale nell'agosto del 2008, scatendando fin da subito numerose polemiche. Furono raccolte delle firme per fermare la chiusura e contro la decisione furono subito presentati argomenti legali basati su una bolla papale di Papa Paolo V e il testamento stesso del Cardinal Salviati. Contro la chiusura si schierarono, oltre alla famiglia Salviati, Italia Nostra e altre associazioni, anche molti intellettuali: Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Pietro Ruffo, Laura Canali, Giosetta Fioroni, Valéry Giscard d’Estaing, Sabina Guzzanti, Fernando Aiuti, Uto Ughi, Carlo Vanzina, Flavio Insinna, Edith Bruck e il cantante Renato Zero, nato proprio in questo ospedale.
È iniziata anche la battaglia legale: nel 2021 il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima la decisione della Regione. La Regione ha fatto ricorso e infine il 13 febbraio scorso la Cassazione ha dato ragione ai comitati e alla famiglia Salviati, decretando che l'ospedale non deve chiudere.