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Roma
Roma e il Vaticano, Di Stefano: "Crediti monstre, Comune a rischio default"

La Cupola di San Pietro, simbolo di Roma, rischia di essere coperta alla vista da ogni luogo della città, arriva la replica di Marco Di Stefano, capogruppo Noi Moderati – Forza Italia in Campidoglio e vicepresidente della Commissione Urbanistica.

Mi sembra doveroso chiarire alcune questioni relative all’articolo pubblicato in data odierna su Affaritaliani.it. Innanzitutto quando si parla di milioni di cubature su Roma non si parla di un indirizzo politico a costruire nuovi milioni di cubature, maqueste sono solo il pegno da pagare per l’amministrazione comunale nei confronti dimolti operatori del settore, i quali dopo la variante delle certezze e varie decisioni politiche della stessa amministrazione hanno cancellato i loro diritti sacrosanti di edificazione compensandoli in altre aree. Dopo circa vent’anni gran parte di questi creditori devono ancora compensare circa 4 milioni di metri cubi; se decidessero tutti insieme di monetizzare questo debito dell’amministrazione nei loro confronti Roma Capitale rischierebbe il fallimento. 

La pazienza dei creditori ha un limite

Avendo, credo, la pazienza dei creditori un limite e avendo deciso tutti insieme in Assemblea un indirizzo politico che miri a non consumare ulteriore suolo rispetto a quello già programmato, io ho ritenuto che l’unico modo per ‘salvare capre e cavoli’ potesse essere quello di fare come hanno fatto e stanno tuttora facendo in tante città europee, a cominciare da Milano, ovvero concedere cubature in altezza.

Il mondo cambia e Roma deve cambiare prospettiva

marco di stefano noi moderati
 

Cambia il mondo, dovrebbero cambiare anche le prospettive urbanistiche di una grande città come Roma: nuovi quartieri moderni raggiunti da una mobilità su ferro – e ci sono notevoli investimenti per il Giubileo in questo settore - , quartieri moderni sui quali possa cadere l’interesse di tanti imprenditori che vogliano investire sulla nostra città. Per stimolare nuovi investimenti però occorre la certezza dei tempi per chi investe, cosa che a Roma manca: lo dimostra il fatto che molte iniziative urbanistiche deliberate nei primi anni Duemila dopo vent’anni devono ancora vedere la luce. 

Le cubature in altezza sorgeranno nelle future centralità e la Cupola resterà visibile

Mi permetto anche di correggere il tiro sulle affermazioni sulla città di Roma che potrebbe non vedere più la cupola di San Pietro, da sempre uno dei suoi simboli: nella mozione votata ieri in Aula Giulio Cesare è prevista la possibilità di sviluppare cubature in altezza nelle future centralità e piani di attuazione che, come ben noto, sorgeranno ai confini della città, lasciando così a tutti i Romani che hanno questa fortuna la possibilità di continuare a svegliarsi la mattina con la vista del Cupolone".







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