Roma, famiglia di usurai arrestata a Velletri: prestiti da usurai a artigiani
Arrestata a Velletri un’intera famiglia dedita all’usura: padre, figlia, figlio, nuora e cognato concedevano prestiti con tassi da capogiro
Usurai senza pietà: un'intera famiglia finisce in arresto a Velletri
Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Velletri stanno eseguendo 6 provvedimenti restrittivi della libertà personale – emessi del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri – nei confronti di altrettanti soggetti italiani (4 uomini e 2 donne residenti in Velletri) ritenuti responsabili di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata all’usura e all’esercizio arbitrario dell’attività finanziaria.
I provvedimenti in questione (6 misure cautelari degli arresti domiciliari) scaturiscono da una complessa attività di indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri, iniziata nel mese di giugno 2017, che ha permesso di disarticolare un sodalizio criminale operante nell’area dei Castelli Romani, ove piccoli imprenditori, commercianti e liberi professionisti per sopravvivere alle proprie difficoltà economiche, nell’impossibilità di accedere al sistema creditizio “regolare”, ricorrevano a prestiti usurari.
Le indagini, condotte con attività intercettiva, servizi di osservazione e pedinamento, accertamenti patrimoniali, perquisizioni e sequestri, hanno consentito di smantellare un sodalizio criminale definibile di tipo “familiare” (cinque degli indagati sono rispettivamente padre, figlia, figlio, nuora e cognato di un nucleo familiare domiciliato a Velletri).
Gli esiti investigativi hanno permesso di accertare:
- l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata all’usura e all’esercizio arbitrario dell’attività finanziaria, in quanto ciascuno dei 6 associati con compiti diversi e ruoli ben definiti, provvedeva a determinare le condizioni dei prestiti, fissare i tassi d’interesse, concordare i piani di rientro, procacciare nuovi “clienti”, recuperare materialmente le somme dalle vittime, detenere la contabilità ed il denaro contante riscosso;
- l’utilizzo di una terminologia telefonica cripitica ed in codice, evidenziando capacità delinquenziale;
- l’erogazione di somme di denaro gravate da elevati tassi d’interesse, anche pari al 20% su base mensile;
- richieste alle vittime di pagamenti degli interessi fino a 1.000,00 euro settimanali;
- forme di pagamento in compensazione ai versamenti in denaro; quando alcune vittime non potendo versare le intere somme, provvedevano in qualità di artigiani a riparazioni di autovetture in maniera “gratuita” a favore degli indagati;
- forme di condizionamento delle vittime affinchè non dichierassero agli investigatori i reali termini dei prestiti e dei piani di rientro;
- un volume d’affari di circa mezzo milione di euro, somma complessivamente versata a titolo d’interesse su prestiti ricevuti dal 2012 al 2017 dalle 22 vittime accertate;
- la disponibilità di capitale contante pari a 198.150,00 € sequestrato (già nel mese di ottobre 2017) presso le abitazioni degli indagati, nonché di 276.707,56 € (sequestrati preventivamente nel mese di novembre 2017 su disposizione della Procura di Velletri)depositati su 5 conti correnti, 4 polizze bancarie e 7 fondi di investimento intestati agli indagati ed oggetto di sequestro preventivo scaturito all’esito di complessi accertamenti patrimoniali (per complessivi 474.857,56 €); elementi questi incompatibili con le condizioni economiche degli stessi e con l’intento di un normale risparmiatore di tenere da parte somme di denaro;
Nel quasi 400 pagine del provvedimento cautelare, costituito da 21 capi di imputazione, vengono contestate le aggravanti di aver commesso i reati in danno di soggetti in forte stato di bisogno e/o esercenti attività imprenditoriale, professionale o artigianale, inducendo talune delle vittime a fallimenti d’impresa o a vendere all’asta appartamenti di proprietà a seguito di pignoramento.