Roma, flop M5S: nuovo stop per le rimozioni auto. Il Tar boccia il bando
Comune beffato al fotofinish: accolto il ricorso di otto società
La Roma a 5 stelle resta senza servizio di rimozioni auto. Accolto il ricorso di 8 società contro il Comune, il Tar boccia l'ennesimo bando: sesto “stop” in tre anni.
Non ci sarà nessuna agoniata apertura delle buste, fissata per il prossimo 6 novembre, nessuna "rivoluzione" digitale a firma M5S. L'appalto da 3, 5 mln di euro come parte fissa, più diverse variabili come gli interventi, naufraga sotto i colpi del Tar del Lazio, che ha dato ragione ai ricorrenti. Il servizio resta così fermo dal 2015, dopo diversi tentativi di affidamento da Atac a bandi regolarmente sbagliati.
Ma a rendere ancora più clamorosa la beffa è quella piattaforma digitale proposta dall'amministrazione, che i giudici amministrativi hanno bollato come "violazione dei principi e delle regole dei contratti pubblici a garantire la tutela della concorrenza". Il modello ideato dal Comune torna così indietro come un boomerang, poiché, in sintesi, privilegia società informatiche mettendo, paradossalmente, in secondo piano coloro che operano strettamente nella rimozione, custodia e restituzione dei veicoli: "Con la gara in esame è prevista l’attribuzione ad un soggetto che ha competenze nel settore dell’informatica e dell’organizzazione di piattaforme gestionali, alle quali vengono parametrati i requisiti, il potere di scelta dei soggetti che devono concretamente eseguire le attività di rimozione, deposito e restituzione dei veicoli, dal punto di vista economico incidenti di gran lunga in misura maggiore, i quali figurano solo come partners commerciali - si legge nella sentenza del Tar - si rinviene un’evidente violazione dei principi e delle regole contenuti nel Codice dei Contratti Pubblici funzionali, funzionali a garantire la tutela della concorrenza, in particolare, della regola del necessario ricorso ad una gara per la loro individuazione".
La priorità della gara, secondo i giudici della Seconda Sesisone, era quindi l'individuazione di una società con competenze informatiche e di gestione, incaricate di singoli scegliere i soggetti a cui affidare l'attività vera e propria di rimozione.
Una situazione grottesca e un servizio fondamentale per la città ancora assente, che favorisce il fenomeno della sosta selvaggia e affossa la mobilità capitolina. E mentre il Tar boccia il modello M5S, il sindaco Raggi si lancia in "depistaggi" social più o meno voluti. "Da oggi sarà sempre più raro vedere 'carcasse' di veicoli abbandonati o incendiati nelle strade di Roma Capitale - annuncia Raggi su Facebook - È partito infatti il servizio per la rimozione di auto o moto lasciati in stato di abbandono, che producono degrado soprattutto nelle periferie della città". Un annuncio importante sulla carta, ma che nulla ha da spartire con il servizio di rimozioni forzate. Per quello, con il 2018 agli sgoccioli, ci sarà ancora da attendere, bandi e Tar permettendo.
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