Roma

“Roma ha cambiato volto, ma Meloni sta facendo un massacro sociale”. Andrea Catarci: “Ripartiamo”

L'anima sociale della Giunta accetta la raffica di domande: dai cantieri alla pazienza, sino al programma d'autunno

L’assessore Andrea Catarci è l’anima sociale e di sinistra della giunta Gualtieri, in cui ricopre un ruolo importante con gli incarichi complicati su Personale, Anagrafe, Decentramento e Servizi al territorio per la città dei 15 minuti. Con lui, a cui anche gli avversari riconoscono impegno e sincerità: con lui il punto sulla città: dai cantieri, alla pazienza dei romani alla “rivoluzione di ottobre”, quel cammino che sembra il programma elettorale della seconda parte del mandato.

Assessore Catarci, per il sindaco Gualtieri la città cambierà volto. Sarà così?

“Roma sta già cambiando volto, lo si vede dai miglioramenti su alcune criticità storiche come raccolta dei rifiuti e manutenzione stradale, dalla ripresa di economia e occupazione, dalle migliaia di cantierizzazioni in centro come vicino e oltre il GRA, dagli investimenti massicci che dopo lunga assenza tornano a concentrarsi sulle periferie: laddove sembrava si fosse rinunciato semplicemente a esserci si susseguono iniziative, si aprono servizi di prossimità e si rafforza la rete con quelli esistenti. Gli effetti collaterali di tanta azione ovviamente ci sono, inutile negarlo, in particolare sulla mobilità”.

Spostarsi è una bella croce, era necessario aprire i cantieri tutti insieme?

“Si, serviva una terapia d’urto e impiegare fino all’ultimo euro di PNRR e Giubileo, risorse che oggi ci sono e domani non più. Abbiamo avviato quanto possibile, comprese opere con alta difficoltà che chi ci ha preceduto aveva rinviato per paura e politicismo, la fermata di piazza Venezia o la riqualificazione dei quartieri ex abusivi per esempio. La sfida è enorme: realizzare una trasformazione radicale e dai tratti olistici, in profondità nel corpo e nell’anima, con una cura da piano decennale non da maquillage o restyling superficiale. Dopo la semina della prima metà del mandato ci sono le premesse per un secondo tempo in cui poterla vincere”.

Quando siete arrivati in Campidoglio cosa avete trovato?

“Le macerie ovunque. Roma dopo la crisi del 2008 ha invertito la caduta di economia e occupazione solo da un anno e mezzo; cose basilari non sono state fatte, neanche la sostituzione dei binari della metro; il centro dentro le Mura è stato lasciato in balia della turistificazione e le periferie sono uscite dall’agenda politica, senza un soldo né un’idea dedicata; numerosi quartieri sono cresciuti senza servizi e lontano da scuole e lavoro, tra reddito insufficiente e abitare impossibile che hanno favorito il “welfare criminale”; la politica e le istituzioni in crisi di legittimità sono diventate sconosciute a interi segmenti. Un gran casino, questioni enormi da ribaltare nel medio e lungo periodo con una rivoluzione”.

Possiamo approfondire? In cosa si sostanzia una simile rivoluzione?

“Si basa su tre pilastri: sviluppo, periferie e questione sociale. Serve che lo sviluppo economico porti crescita sociale e ambientale riducendo le disuguaglianze. Bisogna ricucire i territori e i quartieri geograficamente con mobilità sostenibile e socialmente, rafforzando spirito solidale, identità e senso di comunità, salvaguardando perle ecosistemiche come l’ex Snia al Prenestino e il Fosso della Cecchignola. Va affrontata con vigore la questione sociale, spingendo per forme di sostegno al reddito, più case popolari, la rigenerazione di Spin Time, Maam, Caserma Porto Fluviale e altri spazi disponibili, per dare la residenza a ogni persona in disagio abitativo come già fatto per migliaia grazie alla deroga del sindaco al decreto Lupi. Va prodotta buona occupazione anche attraverso l’economia locale, cioè stipendi e salari sufficienti a vivere. E nel centro si devono riportare residenti e attività produttive mentre in periferia servono servizi di prossimità, la città in 15 minuti, per gli abitanti cresciuti di numero”.

Chiedete tempo e fiducia ma i cittadini potrebbero avere esaurito la pazienza...

“Fidarsi del sindaco e della sua maggioranza significa fidarsi di sé stessi. Perché è sulla città che abbiamo scommesso, sulla capacità di reazione e rilancio, sulle sue energie positive. Forze economiche, organizzazioni datoriali e sindacali, terzo settore e volontariato, università e scuole, ordini e studi professionali, realtà di base e movimenti: si erano rintanati nel proprio particolare, ora sono di nuovo in campo grazie ad accordi, partenariati, regolamenti, voluti da sindaco e giunta che si sono messi alla regia di un’impresa collettiva, consapevoli che Roma è il Bene Comune e non si cambia solo da Campidoglio e Municipi”.

Le faccio notare che Roberto Gualtieri è sceso in penultima posizione nella classifica dei sindaci: un dato che non lascia molto spazio

“Il sondaggio del Sole 24 Ore registra un minor gradimento, è vero, ma solo un mese fa alle europee a Roma Pd e Avs hanno preso 26% e 10%, insieme oltre 35%, un risultato migliore di parecchio della media nazionale e ottenuto anche grazie al sindaco. Personalmente non ho dubbi, preferisco andar male in un sondaggio e bene alle elezioni”.

Torniamo agli investimenti, chi li gestirà viste le condizioni del personale?

“Ai dipendenti di Municipi e Dipartimenti stiamo chiedendo di utilizzare bene e in fretta i miliardi aggiuntivi: progettando, aprendo cantieri, realizzando e rendicontando mentre continuano a fare l’ordinario. Sono 8 ogni 1000 abitanti, il rapporto più basso tra le grandi città, in 22.500 unità - che 2 anni fa erano al minimo di 21.500 - fanno il lavoro che da pianta organica dovrebbero fare in 31.000 e che fino a 15 anni fa svolgevano in 28.000. Garantiscono i servizi, fanno uno sforzo immane e spesso sono oggetto di invettive e critiche. Molti quando possono vanno altrove, dove guadagnano di più e con meno responsabilità. Abbiamo aumentato assunzioni, retribuzioni e progressioni ma ancora sono i più penalizzati del pubblico impiego. Il governo Meloni dovrebbe aiutarci ma per il personale non ha messo un euro, nemmeno alla vigilia dell’evento mondiale Giubileo. Così strozza pure la possibilità, che è necessità, di valorizzare i Municipi: senza risorse umane diventa arduo decentrare funzioni”.

A proposito del Governo, siete soddisfatti della collaborazione istituzionale?

“Il governo delle Destre è responsabile di un massacro sociale: ha quasi azzerato il sostegno al reddito, produce lavoro povero e nuove miserie, comprime sanità e istruzione pubblica, aiuta la rendita e l’imprenditoria peggiore, fa diventare normale vivere in appartamenti di 20 metri quadri alti meno di 2,5 metri, riserva pene e carcere a chi si mobilita e ai giovani in cerca di socialità e protagonismo, con l’autonomia differenziata e il premierato vuole altro classismo e autoritarismo. Bisogna opporsi e fermarli. Su Roma ci sta qualche collaborazione istituzionale ma in sostanza vogliono stritolare il sindaco e insieme la città, per bloccare la nostra azione tergiversano pure sui poteri da Capitale: vogliono il fallimento per lanciare la volata alla sorella della Presidente Meloni, dell’interesse collettivo se ne fregano".

Una frase slogan per chiudere, e a voi politici piace molto ispirarvi agli spot pubblicitari

“Forza, coraggio e Roma, ce la faremo perché è nel nostro destino”: il mondo ci guarda sempre e non deve essere solo per la grande Bellezza”.