Roma

Roma, il Cafonal e la vanità raccontati da un fotografo gentile: ciao Di Bacco

"Nel mondo del giornalismo italiano non ci sono molte persone gentili". Il ricordo dei colleghi di Luciano Di Bacco; una vita stroncata

Come ricordare un grande fotografo romano, scomparso all'improvviso? Lo ha fatto professionereporter.eu partendo da un assunto: “Nel mondo del giornalismo italiano non ci sono molte persone gentili e invece Luciano Di Bacco era gentile. Sorridente, timido, mai volgare. Era in tutti gli eventi mondani di Roma, per Dagospia e fotografava tutti, noti e meno noti, quasi senza farsene accorgere, come se stesse scherzando”.

Scrivono i colleghi con i quali ha lavorato per tanti anni: “Una specie di contraddizione, lui così riservato che ha passato la vita nel mondo più sfacciato, più arrogante, più prepotente che esista, quello delle feste, degli aperitivi, delle anteprime, delle presentazioni dei libri a Roma. Eppure, passava attraverso donne e uomini di potere, starlette, opinionisti e polemisti, generali e alti prelati, tutti ad alto tasso di protagonismo ed egotismo, come un testimone educato, chiedendo permesso per ciò che doveva fare, proprio quello che le persone volevano più di ogni altra cosa: essere immortalati.

Dal Muccassassina a Dagospia: mai una notte senza foto

Luciano è stato il fotografo delle notti del Muccassassina, locale in zona Tiburtina, riferimento della comunità lesbica, gay, bisex, trans, queer e eterofriendly italiana, dove ogni trasgressione era benvenuta. E’ stato il fedele compagno di Salvatore Taverna per comporre ogni notte “Il Diario” del Messaggero, le prime pagine gossip di un quotidiano. Poi, Dagospia, il racconto quotidiano, “Cafonal”, della vanità, prendendo il posto di un altro maestro discreto, Umberto Pizzi. L’esempio, entrambi, che con delle buone foto, si può raccontare molto più che con tante parole. L’esempio che i fotografi spesso sono sottovalutati, nell’ambiente. Guardati con stupido sussiego e andrebbero, al contrario, ammirati.

E' andato via senza rumore

Luciano Di Bacco se n’è andato com’era vissuto, senza fare tanto rumore. Portandosi dietro la sua malinconia. La notte del 10 maggio, a 68 anni, per una emorragia cerebrale, era da due mesi ricoverato in ospedale, era stato operato al cuore.

Il ricordo di Roberto D'Agostino

Roberto D’Agostino lo ha salutato con un post su Dagospia: “Un abbraccio fortissimo di tutta la redazione alla famiglia. Luciano adorato, che la terra ti sia lieve come la vita breve che hai vissuto”. Riccardo Panzetta, Vicedirettore di Dagospia, su Facebook: “Lucianello mio, che tragedia perderti così. Un cuore grande, un fotografo di livello, un uomo buono. Ci mancherai tantissimo. Dagospia perde una colonna. Io, un amico. Riposa in pace, ovunque tu sia”.