Roma
Roma, il clan Casamonica è mafia: la conferma nella sentenza d'appello
La sentenza d'appello conferma l'impianto accusatorio del primo grado. Esclusa l'aggravante di essere un'associazione armata
Il clan dei Casamonica è ufficialmente un'organizzazione di stampo mafioso. La conferma è arrivata con la sentenza d'appello nel processo a carico del clan romano.
Il processo si è svolto nell'aula bunker di Rebibbia.
La sentenza
Dopo sei ore di camera di consiglio, i giudici hanno confermato l'impianto accusatorio del primo grado di giudizio accogliendo il ricorso della procura. In primo grado gli imputati erano stati condannati a un totale di 400 anni.
Con la sentenza d'appello i giudici hanno quindi riconosciuto che il clan Casamonica è un'associazione mafiosa, in base all'articolo 416bis del Codice Penale, ma hanno escluso l'aggravante dell'associazione armata. L'accusa per i 40 condannati è di associazione a delinquere di stampo mafioso, dedita allo spaccio e al traffico di droga, all'estorsione, all'usura e al traffico di armi.
I pm soddisfati
“E’ una sentenza equilibrata - ha detto il sostituto procuratore France Mollace che ha sostenuto l'accusa insieme ai pm Giovanni Mursarò e Stefano Luciani - sono state escluse alcune aggravanti e altre confermate, è stata confermata l'impostazione accusatoria. La procura di Roma ha svolto un gran lavoro e questo è un grande risultato. Una sentenza che si incanala nel solco di altre sentenze come quelle sui clan Spada, Fasciani, Gambacurta che hanno riconosciuto l'esistenza della mafia nel territorio laziale”.
La difesa invece si è detta critica nei confronti della sentenza. "Non credevo - ha commentato l'avvocato di Giosuè Bruno Naso, difensore di Domenico Casamonica - che i giudici potessero essere più conformisti di quelli di primo grado, ma ci sono riusciti. Sono deluso. Il problema non sono le accuse dei pm ma il conformismo dei giudici".