Roma
Roma, l'invasione dei lupi. Branchi alle porte della città: “terre eldorado”
L'invasione dei lupi da Castel di Guido a Veio, a Labaro ai parchi del litorale
di Luca Benigni
Tornano i lupi fuori le mura di Roma e il Campidoglio si mobilita. A breve sarà istituito un tavolo tecnico scientifico per monitorare l’evolversi di questa riconquista che appare impetuosa e diffusa.
Non c’è emergenza ma il fenomeno richiede grande attenzione. Un branco, forse di 5 o 7 esemplari, abita nei 2000 ettari della tenuta di Castel di Guido, un altro di quattro, vaga nelle terre del Parco di Veio, da Labaro fino quasi al Soratte. Di loro si hanno le foto , si sa che ci sono cuccioli, si sa che uno di questi, a Castel di Guido, era nato disabile e che proprio nei giorni scorsi è stato trovato cadavere investito da una vettura di passaggio nelle strade bianche dell’oasi. A Veio una lupa è stata uccisa, forse con il veleno. Non sono animali viandanti, ma "residenti", e con soddisfazione, nei boschi intorno alla grande città dove hanno cibo e posti giusti per la tana e spazi protetti per crescere i nuovi nati.
Stando ai tecnici una così significativa presenza di lupi nei pressi di aree abitate ed in particolare di Roma, non si registrava da almeno 200 anni. “E’ un fenomeno nuovo, non episodico e si sta lavorando per studiare forme di governo capaci di garantire una convivenza equilibrata tra allevatori, residenti e lupi - spiega Rosario Fico dirigente dell’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana- una riunione preliminare c’è stata in Comune lo scorso 28 marzo. L’obiettivo è istituire una struttura permanente, una sorta di tavolo tecnico, per seguire puntualmente i movimenti del predatore ed i problemi connessi alla sua presenza in aree molto antropizzate".
I lupi stanno colonizzando nuovi territori partendo dai monti e camminando per corridoi naturali di boschi, anfratti, corsi di torrenti fino al mare. La loro presenza è accertata nelle alture intorno a Tolfa, ma anche nelle pianure della laguna di Orbetello nei pressi della spiaggia della Feniglia come nella Maremma. Proprio giovedì c’è stata una riunione a cui hanno partecipato tecnici dello Zooprofilattico nel corso della quale si è preso atto della presenza di un branco composto da 7/10 individui che scorazza tra le colline dell’Uccellina, le vigne di Morellino e gli alevamenti di ovini. Nei giorni scorsi una fototrappola ha immortalato una famiglia di predatori in un’area boschiva limitrofa al centro abitato di Viterbo. A due passi dalla provincia di Roma e dei parchi del Litorale romano. Un lupo maschio in cerca di nuove terre, d'altra parte, percorre, in una notte, anche 40 chilometri.
Se il “sopralluogo” fornisce i requisiti giusti, il maschio "alpha" torna indietro ed emigra con la famiglia. E' quello che sta accadendo. Oggi ci sono tutte le condizioni perche l’espansione prosegua a ritmi intensi: le terre romane e del Lazio sono una sorta di "eldorado" ambientale per i cinghiali, istrici, ricci volpi, nutrie e dunque per il loro principale predatore. L
e aree tutelate dei grandi parchi regionali hanno fatto da serbatoio per questa stupefacente ripresa del lupo che produce sorpresa e meraviglia mentre torna a alimentare fantasie e paure.Un riequilibrio cosi vasto e profondo si è potuto realizzare grazie alla riduzione del terreno dedicato all'agricoltura, al suo abbandono, alla crescita dell'area boschiva. Condizioni ottimali per la crescita delle popolazioni di ungulati e di cinghiali in particolare. “Quando ci sono loro - aggiunge - il dirigente dell'Istituto Zooprofilattico Rosario Fico - nel giro di due anni arrivano i lupi che ora provano ad ampliare il loro regno occupando nuove colline e pianure. E’ in atto un processo di riequilibrio naturale di grande rilevanza. Siamo solo all'inizio della ricostituzione di un patrimonio di ricchezza ambientale e faunistica straordinario. Va seguito e governato perche resti ampio e fertile".