Roma

Roma, la Lega vuole la testa di Raggi e Zingaretti. E candida solo donne

Il leader leghista Matteo Salvini apre ufficialmente la campagna elettorale per Roma e il Lazio. Si scaldano Giulia Bongiorno e Barbara Saltamartini

di Fabio Carosi

Con le sardine alle porte e la Raggi che ironizza sui video “solitari” dal Campidoglio, Matteo Salvini apre ufficialmente la campagna elettorale per Roma e per la Regione Lazio. Si chiamano “Stati Generali della Lega” in realtà è il debutto ufficiale del nuovo coordinamento regionale che dovrà scrivere il programma elettorale.

Sull'appuntamento di oggi al Teatro Italia, eletto dai leghisti romani come la prima tappa di un lungo percorso “indoor”, aleggia però il dubbio: il futuro candidato a sindaco di Roma sarà in quota Lega o in quota Fratelli d'Italia? La kermesse di San Giovanni che ha visto Lega, Fdi e Fi uniti sul palco, il nodo della candidatura non l'ha sciolto e questo perché nel fondo del cuore dei centrodestristi c'è la speranza di un election day per “cambiare” Comune di Roma e Regione Lazio e “mandare a casa” in un sol colpo Nicola Zingaretti e Virginia Raggi.

salvini roma teatro italia
 

Speranza, questa, che è affidata ad una specie di “trigono”, un allineamento di pianeti che vedrebbe Zingaretti dimissionario in caso di fine anticipata della legislatura e la Raggi travolta da sé stessa o dalla caduta del Governo.

Ecco allora che quello che viene indicato nei sondaggi e nei rumors come il primo partito di Roma, oppure il secondo il alternanza a Fdi, affila le armi e si prepara. Dopo il “rinnovamento” di fine ottobre e la nomina dei nuovi 17 coordinatori di Roma e del Lazio, oggi Lega Lazio per Salvini premier presenta la piattaforma programmatica. Rispetto al passato, quando i “salviniani” utilizzavano la tecnica della “sottrazione”, lo slogan dell'appuntamento è per “addizione”: “+ pulizia, + sicurezza e + dignità”, che verranno “esplosi” nelle relazioni di Claudio Durigon e Francesco Zicchieri, con Giulia Bongiorno e Barbara Saltamartini sul palco un po' come quote rosa, un po' come candidate in pectore per la prima poltrona che dovesse liberarsi. Perché la Lega e Salvini una cosa chiara ce l'hanno bene in testa: l'esperimento Raggi ha decretato una candidata al posto di un candidato è una scelta vincente, come è accaduto in Umbria e come potrebbe accadere anche in Emilia Romagna. E se per caso sul Campidoglio non dovesse svettare la bandiera di Salvini, il volto per cui tifare è quello di Giorgia Meloni. La parola d'ordine è vincere, non importa con chi alla guida della coalizione. Roma va espugnata, costi quel che costi.