Roma

Roma, la pipì è una missione impossibile: bagni pubblici da terzo mondo

Bagni pubblici: nella Capitale sono pochi, sporchi e abbandonati. Il rapporto della vergogna

A Roma la pipì è diventata una missione impossibile. Il motivo sono i bagni pubblici da terzo mondo che si possono trovare in città: pochi, sporchi e spesso abbandonati e senza manutenzione.

Questo è quanto emerge dal rapporto redatto dall'Agenzia per il Controllo e la Qualità dei servizi di Roma Capitale (Acos), che ha ispezionato i bagni pubblici della città, e soprattutto quelli nei luoghi più frequentati dai turisti. La situazione che ne è emersa non è per niente positiva: le strutture ispezionate sono per la maggior parte vecchie, sporche e con poca manutenzione. Gli unici bagni che si salvano solo i P.Stop e quelli da poco installati nei parchi. E per di più il numero di bagni pubblici è assolutamente insufficiente per la richiesta.

L'ispezione dell'Acos

Gli operatori dell'Acos hanno ispezionato in tutto 70 strutture, privilegiando i bagni situati nelle zone a maggiore vocazione turistica e in particolare quelli nelle aree che saranno interessati da grandi eventi e soprattutto dal Giubileo del 2025. Ognuno dei bagni controllati è stato ispezionato due volte, per un totale di 140 controlli, da parte di operatori tramite il sistema del mystery client.

In particolare sono stati esaminati 25 bagni gestiti dal Dipartimento dell'Ambiente: di questi 10 erano gestiti dall'Ama ma ora sono gestiti da altri enti, 8 sono bagni in muratura e 7 nei parchi. Poi sono stati ispezionati 12 bagni turisti. Di questi, uno è quello del punto d'informazione turistica dei Fori Imperiali, mentre gli altri 11 sono gli innovativi bagni P.Stop, recentemente installati. Gli ispettori hanno poi controllato 13 bagni dei mercati rionali. Infine sono state controllate 20 toilette delle stazioni del trasporto pubblico locale: 18 nelle stazione della metropolitana e 2 nelle stazioni della Roma Nord.

Il risultati del monitoraggio

I bagni sono stati valutati sulla base di parametri, come l'accessibilità, il comfort, la pulizia e il decoro. Il 14% dei bagni ispezionati era chiuso senza un motivo specificato. Il bagno in muratura a piazzale del Gianicolo e il P.Stop di via Venti Settembre non rispettavano gli orari di chiusura. Ben il 24% delle strutture esaminate erano in stato di totale abbandono. Erano chiusi tutti i bagni ex Ama. In quasi nessuna delle strutture era indicato chiaramente l'orario di apertura. Era presente personale di custodia solo nel 40% dei casi.

Bene per quanto riguarda i servizi interni: la carta igienica era presente nell'80% dei casi, i cestini nel 94% dei casi (anche se solo nell'1% adatti alla raccolta differenziata), il sapone nel 75%, la presenza di asciugamani di carta o ad aria nel 73%. Solo nel 21% dei casi e prevalentemente nei P.Stop, nel Pit e a Villa Ada era presente l'area fasciatoio. I servizi idraulici (rubinetti e scarico) funzionavano bene nell'85%.

Leggi il rapporto di ACoS