Roma

Roma, la rivoluzione silenziosa del Comune, Catarci: “Ecco 500 assunzioni”

Il neo assessore al Personale del Comune di Roma, annuncia le nuove politiche per riformare la macchina del Campidoglio. Assunzioni, formazione e controlli

Un anno da assessore “alla città dei 15 minuti” e ora anche la “croce” della responsabilità dei 22 mila dipendenti del Comune di Roma: Andrea Catarci, si prende la prima promozione sul campo dal sindaco Roberto Gualtieri. Ma perché sull'esercito dei dipendenti c'è tanta attenzione?

La risposta è nella campagna elettorale, durante la quale tutti i candidati hanno evidenziato la necessità di rimettere in movimento quella che è stata definita la “macchina comunale”, quell'esercito appunto di direttori, dirigenti, funzionari e impiegati che dovrebbe garantire il corretto funzionamento della città, attraverso le attività amministrative. E se possibile, avere anche un atteggiamento “di servizio” e non di “ostacolo” nei confronti del cittadino.

Allora Catarci, quali sono gli obiettivi e perché è così importante mettere mano a lavoro di queste persone attuando quella che lei stesso ha definito una rivoluzione silenziosa?

“Ventiduemila sembrano tanti, ma in realtà per Roma sono pochi. Sino a 15 anni ne aveva 28 mila e ne ha persi 6 mila con un invecchiamento progressivo. Questo rende la macchina poco efficiente. Poi ci sono gli elementi qualitativi e di formazione che vanno ripresi. Ma un rafforzamento è un compito imprenscindibile. In piccola parte lo faremo entro 2 mesi con le assunzioni di 300 tecnici per il Pnrr e l'obiettivo di rafforzare il sistema. Chiuderemo il 2022 con + 500 e la ripresa va consolidata per affrontare il Giubileo con 45 mln di visitatori e alla sfida del'Expo 2030 che speriamo di vincere. Poi dobbiamo rafforzare la componente tecnica e amministrativa e dei vigili urbani e il personale educativo nelle scuole e negli asili nido”.

Assessore, la letteratura non aiuta l'immagine dei Comunali tra scioperi e inefficienze. Misurerete anche la produttività e l'efficienza?

 

“Sicuramente c'è un lavoro da fare intanto sulla capacità della nostra amministrazione di utilizzare le risorse che ha. Dentro questo sforzo di mettere ogni tassello al posto giusto c'è anche un'idea di valutazione più efficace delle prestazioni del gruppo e dei singoli. Roma deve tornare ad essere attraente per chi cerca lavoro. Negli ultimi concorsi abbiamo constatato che non c'è più voglia ed orgoglio nel venire a lavorare per Roma Capitale. Un esempio è il concorso per 500 posti di istruttore di Polizia Locale: 232 idonei soltanto e firmano solo in 161 nuovi vigili urbani. Anche per questo dovremmo rimettere mano nel 2023 e non nel 2024 come si pensava all'organizzazione della Polizia Locale che ha bisogno di essere rafforzata ora. Sicuramente il concorso va fatto meglio ma abbiamo bisogno di liste e graduatorie che possano essere utilizzate in forma rapida e dobbiamo fare in modo che torni ad essere un valore lavorare per Roma”.

L'abbiamo chiamata la Rivoluzione silenziosa ma qual è il rapporto con le organizzazioni sindacali in questo progetto?

“Il mio incarico è di 2 settimane fa. Devo dire che ho trovato una grande voglia di mettersi in gioco e una grande voglia di contribuire al rilancio della città. Stesso discorso per i vigili e i dirigenti: c'è voglia di far ritornare il prestigio di Roma come amministrazione!"

Assessore Catarci, la città dei 15 minuti è un sogno. Lei ci ha scommesso. La domanda è spontanea:  la città che sarà va bene, ma quando?”.

“La città dei 15 minuti è una narrazione; è il racconto di una città che si può e si deve trasformare. La trasformazione, l'istanza al cambiamento radicale è una cosa a cui dedicare tutte le energie. In questo anno abbiamo costruito in azioni e formazione, costruendo delle reali delle banche del tempo e dei coworking; abbiamo avviato i primi progetti: musei diffusi, i 15 prototipi dei 15 minuti nei 15 municipi. Perché è una città decentrata. Questa Roma non ha una scadenza con la nostra consiliatura, perché Roma deve ripensarsi, cambiando l'ordine dei fattori. Sino ad oggi ha messo il Centro della città al centro e le sue periferie fuori. Dobbiamo riportare chi vive fuori dal Gra dentro la città. La vera Roma sta fuori dal Raccordo dove vanno a vivere le nuove famiglie e dove mancano i servizi”.