Roma
Roma e Lazio con l'incubo zona arancione. Arrivano i medici extracomunitari
L'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato contro le star della virologia televisivca: “Se poi diventano tuttologi...”
Roma e il Lazio in zona arancione, per l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, "Penso si possa escludere che da lunedì il Lazio passi in zona arancione ma il rischio c'è nelle prossime settimane. Al momento non possiamo escludere l'eventualità di cambio colore, le prossime settimane saranno decisive", ha poi precisato.
Ospite di AdnKronos Live, l'assessore affronta uno ad uno tutti i temi caldi della pandemia, partendo dai virologi star, onnipresenti nelle trasmissioni televisive: “La scienza è libera come la stampa. E' chiaro che ad un virologo bisogna chiedere le cose che riguardano la sua professione, se poi entrano su tanti campi diventano tuttologi e non virologi e questo è un rischio che non vorrei correre".
Norme semplici, nulla di fatto
Poi il tema della semplificazione delle norme: "Al momento da parte del governo non c'è ancora nessuna risposta" alla richiesta di semplificazione delle procedure attuali, non è un bel segnale perché le Regioni che sono il vero argine e che sono al fronte nella battaglia del Covid hanno a che fare con queste procedure, se l'insieme delle Regioni italiane pone con forza questo tema all'attenzione è perché è un elemento importane nella vita dei cittadini. Faccio un appello per la semplificazione, entro la metà di febbraio completeremo la gran parte di chi ha fatto le seconde dosi con la dose booster, per cui nel Lazio arriveremo a 4 milioni di dosi di richiamo entro il 15 febbraio. Entriamo in una fase diversa, di convivenza con il virus e dobbiamo semplificare anche i meccanismi che regolano questa convivenza".
Medici da tutto il mondo, non solo Ue
Poi la grande novità, quella dei concorsi aperti anche ai medici non dell'Unione Europea: "In giunta regionale abbiamo approvato una delibera importante che recependo il Cura Italia apre anche ai medici stranieri nei concorsi, personale medico extra Ue iscritto all'Ordine dei medici italiano e nel nostro Paese almeno da 5 anni, professionisti che già operano nel nostro Paese. Era una richiesta che arrivava dalle associazioni, una stima è che potrebbero essere diverse migliaia, poi vedremo se aderiranno".