Roma
“Roma-Lido ogni 4 minuti o niente Stadio”. Tor di Valle, il Comune scarica la Roma
"La delibera dice che lo stadio può aprire se il 50% delle persone arriva con i mezzi pubblici. Quindi se non ci sono 16 treni l'ora lo stadio non apre". L'assessore capitolino all'Urbanistica Giovanni Caudo è chiaro sul punto chiave da cui dipende tutto il nuovo progetto del nuovo Stadio della Roma: nessun problema idraulico, il nodo è il sistema trasportistico su ferro: "A Tor di Valle - ha aggiunto - deve esserci un servizio di 16 treni l'ora per garantire il movimento di circa 20mila persone. La delibera capitolina stabilisce che in modo prioritario questo dovrebbe realizzarsi col prolungamento della linea B della metropolitana. Se in fase di Conferenza di servizi decisoria, a seguito del parere gestionale espresso da Atac, si dovesse prevedere l'opzione di aver questo livello di servizio solo sulla Roma-Lido, automaticamente si disobbliga dal prolungamento della metro B e la Regione si fa carico di garantire i 16 treni l'ora su quella tratta (cioè uno ogni 3,5 minuti)".
Caudo è stato ancora più preciso nel delineare la prospettiva in cui si muove l'amministrazione capitolina: "la delibera consiliare contiene dei criteri di pubblico interesse che il progetto complessivo dello Stadio di Tor Di Valle deve soddisfare. Se anche una delle opere che configurano il pubblico interesse non dovesse essere realizzata, decade il pubblico interesse indicato dall'amministrazione comunale e il percorso si esaurisce senza lasciare traccia ne diritti acquisiti sul terreno".
Rischio idraulico. Meno preoccupazione derivano invece dal parere dell'Autorità di Bacino sul rischio idraulico tutto incentrato sulla messa in sicurezza del fosso di Vallerano su cui sono stati messi a progetto interventi per 5 milioni di euro per evitare che il corso d'acqua esondando metta a rischio l'intera zona di Decima. Giovanni Caudo, a margine del primo di una serie di incontri sul progetto del nuovo stadio della Roma alla Casa della città di via della Moletta, con riferimento l'interrogazione parlamentare presentata dal Sel in commissione Ambiente ha chiarito come il parere fosse già stato assimilato da un progetto che già prevede "la messa in sicurezza del fosso di Vallerano e il consolidamento degli argini sul Tevere con uno stanziamento extra di 3 milioni di euro. Il Comune - ha aggiunto - ha inserito la messa in sicurezza tra le opere finalizzate alla pubblica utilità: quindi, se non si realizza il progetto non può andare avanti".