Roma
Roma: “M5S incapaci e no al sindaco leghista”. De Priamo suona la carica FdI
FdI lancia un messaggio alla Lega, alleato patriottico: “No a un sindaco di Roma leghista”
di Massimiliano Martinelli
Dai rifiuti al peccato originale delle mancate Olimpiadi di Roma, passando per l'ombra di Salvini sulla Capitale. Il capogruppo di Fratelli d'Italia al Consiglio Comunale Andrea De Priamo, scatenato, suona la carica: “Grillini? Dilettanti cronici. No a un sindaco della Lega”.
Romano classe 1971, cresciuto in Alleanza Nazionale, oggi leader del partito di Giorgia Meloni in aula Giulio Cesare, Andrea De Priamo si conferma ad Affaritaliani.it l'uomo forte del fronte d'opposizione, bocciando su tutta la linea l'operato dell'M5S e allontanando, al tempo stesso, anche lo spettro degli alleati-rivali della Lega su Roma.
Dopo oltre 2 anni la giunta M5S secondo lei hai imparato come si governa? È finito il periodo di rodaggio?
“No, secondo me purtroppo non hanno imparato. Anzi, il loro dilettantismo si è cronicizzato. La loro è una manifesta incapacità politica, hanno sbagliato pure il bando del Bioparco. Compiono continuamente errori macroscopici, sono impreparati sia politicamente che dal punto di vista tecnico e amministrativo”
Va bene, ora trovi una cosa buona fatta dal Comune
“Mi viene in mente solo la "Mic", la carta a 5 euro per i musei del Comune. È un buon modo per far conoscere l'offerta culturale della città. Su temi come campi rom e sicurezza io devo valutare i fatti, è evidente che ora la Raggi lancia messaggi a Salvini per garantirsi supporto dal Governo. Tuttavia quando FdI portava in assemblea la mozione per la chiusura dei campi rom, il M5S ha votato in modo contrario. Anzi, siamo stati tacciati di razzismo. Si è arrivati solo alla chiusura del Camping River, che non era una necessità impellente. Da questo punto di vista una politica in continuità con quella precedente della sinistra”.
Secondo lei invece qual è l'errore più clamoroso?
“Direi che rimane il no alle Olimpiadi. Dopo questi anni appare ancora più evidente, anche in seguito al taglio del bando delle periferie, è un'occasione persa per immagine della città, per investimenti e potenziale crescita sportiva”.
E l’assessore più bravo della giunta M5S?
“Direi che l'assessore più bravo lo devono ancora nominare. Scherzi a parte forse Meloni, che ora infatti non c'è più”.
Tre priorità-emergenze su cui intervenire subito, da qui a Natale
“Purtroppo il dato più grave è la mancanza di risultati sull'ordinaria amministrazione. L'urgenza maggiore è la manutenzione ordinaria della città, dalle strade al resto. È tutto fuori controllo. Ci sono associazioni che spontaneamente segnalano e vanno a tappare le buche. Poi il tema dei rifiuti, con la totale assenza di un piano industriale. Sono partiti dal progetto 'rifiuti zero' per poi cambiare idea mille volte e scontrarsi con la realtà. Hanno mandato in crisi tutto il sistema, con le conseguenze al decoro dei quartieri che sappiamo: cinghiali e fauna varia. Anche quello dei cinghiali diventa un tema attuale. Ultima, forse l'emergenza relativa al decoro urbano. Poi ancora il problema dei roghi tossici nei campi rom, che avvelenano interi quartieri”.
Restiamo sul capitolo rifiuti, chi ha ragione sul tema tra Comune e Regione?
“Non mi schiero da nessuna parte. La responsabilità è di entrambi, ma c'è un gioco di scarica barile che va avanti su ogni cosa, anche sui trasporti pubblici ed altri temi. Le istituzioni, se sono serie, dialogano a prescindere dai colori politici. Nel complesso forse la colpa è più del Comune, ma anche la Regione ci ha messo del suo”.
Come spiega la recente fuga di consiglieri verso la Lega?
“Io credo che per molte uscite che ci sono state, ci siano state anche molte 'entrate', a livello nazionale come locale su Roma. Noi ci siamo rafforzati molto sul territorio, è evidente come chi sceglie la 'moda' lo faccia per opportunismo. Diciamo che sono persone che tentano di cavalcare l'onda vincente”.
Il governo ha bocciato la mozione su Roma Capitale approvata dal Comune. Come sono i rapporti con Lega e M5S?
“Noi abbiamo un programma patriottico, sosteniamo il governo quando segue la nostra linea e lo contrastiamo quando non lo fa. Ci limitiamo a difendere gli interessi e la sovranità nazionale. Su Roma Capitale è evidente come la Lega rimanga sempre un partito nord-centrico, con difficoltà a concepire la Capitale come forza trainante per tutto il paese. Diciamo che si tirano un po' indietro quando c'è da contrariare l'elettorato del nord”.
Lei lo appoggerebbe mai un sindaco leghista per Roma?
“Beh, non capisco la necessità di un sindaco leghista a Roma, c'è già una forte presenza di centrodestra radicato. Certe decisioni si discutono e si decidono insieme, ma forse bisognerebbe chiedere se i leghisti vorrebbero un romano alla guida di Milano”.