Roma
Roma, mascherine obbligatorie all'aperto e vaccini anche per gli under 60
Sui vaccini obbligaori per gli over 60 il Tar punisce la Regione Lazio, i giudici: “Non può sostituirsi allo Stato “
Mascherine obbligatorie anche all'aperto a partire da oggi e vaccini antinfluenzali anche per la fascia di età compresa tra i 18 e i 59 anni, per un totale di 100 mila pezzi ma a carico dei cittadini. E mentre scatta l'allarme rosso Covid su Roma e il Lazio, arriva la sentenza del Tar che cancella l'obbligo di vaccinazione per gli over 60.
Nella confusione di decreti e dispositivi amministrativi, da oggi c'è una certezza: chi si muove nei luoghi pubblici aperti e quindi non solo in locali commerciali, dovrà indossare la mascherina, pena una sanzione da 400 euro. Dopo l'escalation dei casi positivi e la salita verticale dell'indice Rt a 1,09 torna a Roma la grande paura del virus.
Così in tarda mattinata è arrivata l'ordinanza del presidente della Regione, Nicola Zingaretti che non solo equipara il Lazio alla Campania e alla Calabria per l'obbligo di mascherine all'aperto, ma ordina alle farmacie di rendere disponibili ulteriori 100 mila pezzi di vaccino antinfluenzale anche per la fascia di età compresa tra i 18 e i 59 anni, dando la possibilità alle stesse farmacie di vaccinare le persone.
Nel frattempo sulla sanità del Lazio e sull'assessore è arrivata la tegola del Tar del Lazio. A renderlo noto è il Codici che scrive: “È stata pubblicata questa mattina la sentenza con cui il Tar Lazio accoglie il ricorso presentato dall’associazione Codici, annullando l’ordinanza con cui la Regione Lazio ha disposto l’obbligo del vaccino antinfluenzale per over 65, pena il divieto di frequentare luoghi di facile assembramento come centri sociali e case di riposo, e personale sanitario e sociosanitario, pena il divieto di avere accesso ai luoghi di lavoro. Come abbiamo sempre sostenuto e come ha riconosciuto il Tar Lazio – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – un provvedimento del genere è di competenza statale. Vista l’enorme portata della pandemia, è il Governo che deve assumere decisioni simili e grazie a questa sentenza viene riportato il giusto ordine a livello normativo. Ci teniamo a chiarirlo, per sgombrare il campo da equivoci: per noi il problema non è vaccino sì-vaccino no, ma la necessità di affrontare in maniera globale e coerente la situazione, adottando iniziative che siano fondate su basi scientifiche certe e che non calpestino i diritti dei cittadini. Il vaccino antinfluenzale oggetto del ricorso non protegge da tutti i ceppi circolanti, non ha valenza a livello di immunità di gregge, in quanto si considera quella regionale quando a contare è quella nazionale, e risulta efficace solo in una quota che tra 70% e 85% dei vaccinati. A nostro avviso sono altre le strade da perseguire per contrastare il Covid19”.
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