Roma

Roma: Matone capolista al Senato. L'M5S Ferrara alla Camera. Lombardi appesa

Prime manovre sulle candidature nei collegi “romani” di Camera e Senato. Il rebus Lombardi alleata con Zingaretti

Elezioni anticipate: nel segreto i partiti sono già al lavoro per la composizione delle liste ed escono le prime anticipazioni: già consigliere comunale con la Lega di Salvini, l'ex giudice Simonetta Matone sarà probabilmente capolista nell'uninominale a Roma, mentre nel Movimento di Giuseppe Conte si punta ai “voti certi” schierando il consigliere Paolo Ferrara alla Camera, nel collegio che va da Fiumicino a Pomezia.

Partiamo dalla Matone. Eletta capogruppo della Lega in Campidoglio, l'ex giudice che ha passato un vita accanto i minori, è apparsa sin dai primi giorni del suo insediamento poco a suo agio con le liturgie comunali, tanto da meritarsi il rispetto dell'aula Giulio Cesare per i suoi interventi di profilo decisamente troppo alto. E come si è messa seduta, il suo nome ha iniziato circolare come Sottosegretario alla Giustizia. Fedele al suo mandato, la Matone si è schernita sino a quando Matteo Salvini nelle giornata di domenica ha deciso di schierarla come capolista al Senato. E' considerata un nome “di garanzia”.

Matone al Senato, in Camopidoglio sale Bordoni

Se dovesse essere eletta, e le probabilità sono altissime, al suo posto subentrerebbe in Campidoglio, Davide Bordoni. Già consigliere e assessore, Bordoni darebbe vero filo da torcere alla maggioranza di Gualtieri. E il tandem con Fabrizio Santori, sarebbe a dir poco formidabile per competenze e impegno.

Il Movimento di Giuseppe Conte pensa a Paolo Ferrara

Dall'altra parte del cielo, quello dei “ragazzi” del Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, c'è Paolo Ferrara. Da sempre in prima linea nel territorio di Ostia, Ferrara è considerato un papabile per la Camera, grazie alla sua prima elezione durata 1 anno e 7 mesi, quindi non imputabile ai fini del conteggio che vieta il secondo mandato. Ferrara ha una base elettorale stimata in oltre 1500 voti e dovrebbe misurarsi col lo spettro del termovalorizzatore di Santa Palomba, osteggiato dal Movimento sin dalle prime ore, ma ormai cosa fatta per l'amministrazione Gualtieri. E poi, in caso di elezione, subentrerebbe in Campidoglio la prima dei non eletti a Ostia, Germana Paoletti. Una quadratura del cerchio studiata a tavolino dalla senatrice Giulia Lupo, spin doctor per Conte dei collegi romani.

Roberta Lombardi al palo: è incandidabile

Infine il rebus Roberta Lombardi. Incandidabile per la regola del secondo mandato, si trova in un vicolo cieco: se strappa con Zingaretti e il Pd del termovalorizzatore di Gualtieri ha come unica soluzione le dimissioni; in alternativa deve tirare a campare sino a marzo del 2023 e sperare che il secondo mandato, nel suo caso un vero peccato vista l'esperienza maturata prima alla Camera e poi alla Regione Lazio, rimanga patrimonio del Movimento. Se l'M5S avesse preso lezioni dal Pd, alla Lombardi andrebbe un posto dirigenziale nel partito.