Roma, migliaia di famiglie sfrattate e senza casa, ma la Raggi “se ne frega”
Da 8 mesi Capitale senza assessore alla casa. Unione Inquilini: “Siamo attoniti. Uno schiaffo a migliaia di romani”
Diecimila famiglie in attesa di avere una casa, oltre 8mila sfrattate perché non riescono a pagare un affitto. Per la Raggi e il M5Stelle l'emergenza casa non è una priorità.
La dice lunga il fatto che in 230 giorni di amministrazione, il Campidoglio non sia riuscito o non abbia voluto nominare né un assessore alla casa né un delega che possa occuparsi delle politiche abitative.
Il segnale di inversione di tendenza sarebbe dovuto arrivare con l'approvazione in Assemblea capitolina di una mozione che impegnava il sindaco ad assegnare la delega. Ma anche su questo tema è arrivata la fumata nera: i consiglieri pentastellati si sono astenuti e la mozione è stata bocciata. La mozione, presentata dal consigliere comunale Fassina di Sinistra per Roma, ha avuto il voto favorevole di tutte le opposizioni dal Pa al centrodestra.
“Restiamo attoniti di fronte al disinteresse, che ormai da otto mesi verifichiamo, della sindaca Raggi e del Gruppo comunale M5S che aveva l’opportunità di mandare un messaggio positivo alla città: quello di assegnare la delega alla casa in brevissimo tempo. Prendiamo atto che per M5S la casa, le politiche abitative non sono una priorità”, dice l'Unione Inquilini.
“Un sonoro schiaffo alle migliaia di famiglie romane in disagio abitativo. Se la questione casa non è una priorità, è bene che lo sappiano i precari della casa: le 8000 famiglie che ogni anno subiscono una sentenza di sfratto, le oltre 3000 (20 al giorno a Roma) che si vedono sfrattati con la forza pubblica senza alcun tipo di accompagnamento da parte del Comune; le oltre 10.000 famiglie che sono collocate nelle graduatorie comunali per l’accesso ad una casa popolare costrette a questo punto ad “abitare” nella graduatoria”.
L'associazione ricorda che “Senza politiche abitative strutturali e con la dignità politica data dalla presenza di un assessore dedicato, senza un piano per 10.000 case popolari, non si può affrontare nessuna questione aperta nella città di Roma ad esempio non si chiudono i residence, non si danno case alle famiglie in graduatoria, non si attua nessun passaggio da casa a casa per sfrattati. Se poi come afferma l’ultima delibera di Giunta relativa ai residence si pensa di chiudere i CAAT con circa 30 appartamenti al mese risultanti dagli sgomberi di occupanti abusivi siamo all’anno zero anzi all’epoca della glaciazione dei diritti sociali e all’abitare”.