Roma
Roma nel caos rifiuti: Gualtieri è commissario ma il Governo grazia Zingaretti
Donato Robilotta ricostruisce la politica della Regione Lazio sui rifiuti di Roma. E avverte: “La norma salva solo il presidente”
Il Governo, con il Decreto Energia, nomina il sindaco di Roma commissario per i rifiuti a Roma, per costruire il termovalorizzatore e altri impianti che servono, come la discarica di servizio, ma grazia Zingaretti.
Infatti, come si legge nelle anticipazioni del decreto, “per assicurare gli interventi funzionali alle celebrazioni del giubileo e per prevenire gravi criticità nella gestione dei rifiuti, al commissario straordinario del governo per il per il giubileo sono assegnate le competenze della regione in materia di gestione rifiuti con riferimento al territorio di Roma. Il commissario predispone e adotta il piano di gestione dei rifiuti urbani e approva i progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti”.
Tradotto significa che il Governo, con i poteri previsti dal secondo comma dell’articolo 120 della Costituzione, si sostituisce alla Regione Lazio per la gestione dei rifiuti sul territorio della capitale perché l’ente guidato da Zingaretti ha fallito nel suo compito e con il piano regionale non ha evitato l’emergenza anzi l’ha provocata per assenza di impianti.
Draghi evita a Zingaretti di riscrivere il Piano Rifiuti
Il Governo dunque si assume la responsabilità di consentire, con norme speciali, la costruzione del termovalorizzatore e degli altri impianti necessari al Sindaco di Roma capitale evitando che Zingaretti vada in consiglio regionale a modificare il suo piano fuffa sui rifiuti.
Il governo sconta su questo lo scontro con i 5 stelle ma evita a Zingaretti se non rompere a livello regionale con il partito di conte e Grillo che sbraitano contro Draghi per la scelta a favore del termovalorizzatore.
Io sono da anni a favore del termovalorizzatore a Roma e sono anche d’accordo nel dare i pieni poteri al Sindaco Gualtieri, che per fortuna ha cambiato idea rispetto alla campagna elettorale ed ha sposato la causa. Ero però per scrivere una norma leggermente diversa da quella che il governo ha inserito nel decreto. Avrei cioè prima diffidato il Presidente della Regione Zingaretti a modificare entro 30 giorni il piano regionale sui rifiuti, si può fare in due giorni, così come gli ha chiesto da tempo il Ministero dell’ambiente, scaduto il termine avrei tolto la competenza alla Regione e nominato commissario Gualtieri.
In questo modo il Governo avrebbe messo, come è giusto che sia, la classe politica regionale di fronte alle proprie responsabilità. In questo modo invece il problema se lo assume il Governo che copre la irresponsabilità degli amministratori regionali, che per demagogia e per lisciare il pelo alla protesta non hanno previsto il termovalorizzatore nel piano.
Non è un buon esempio per gli amministratori locali e per la politica che non ha perso il vizio di fuggire dalle proprie responsabilità, di girarsi dall’altra parte e aspettare che sia lo Stato a risolvere i problemi. Ci fosse un minimo di opposizione alla Pisana avrebbe già chiesto a Zingaretti di modificare il piano rifiuti, alla luce delle prese di posizioni di Gualtieri, e di discuterne nel Consiglio regionale. Anche perché il piano è fuffa non solo per Roma ma per tutto il territorio regionale, perché non è previsto il fabbisogno, non c’è scritto quali impianti servono e nel caso dove farli. Infatti impazzano su tutto il territorio regionale proposte di impianti di vario tipo e impazza la protesta. Un vero e proprio caos provocato dal piano regionale sui rifiuti.