Roma
Roma nel caos, spunta il commissario. Raccolta di firme per spodestare Raggi
Forza Italia chiede un consiglio regionale straordinario e invoca la Costituzione per l'esercizio dei poteri straordinari contro l'inerzia di Virginia Raggi
di Fabio Carosi
Rifiuti, trasporti, traffico, scuole, sicurezza e rom: “meglio commissariare Roma”. Così alla Regione Lazio è partita l'insolita raccolta delle firme per chiedere un Consiglio straordinario e consegnare a Nicola Zingaretti il governo di Roma, in virtù della Costituzione che fissa all'art. 18 del Titolo Quinto il potere di sussidiarietà.
Solo che a “scaricare” su Nicola Zingaretti la “patata bollente” non è un disegno politico del centrosinistra che punta a mandare a casa Virginia Raggi e la sua giunta a 5 Stelle, ma la provocazione che arriva da 13 esponenti della minoranza regionale, guidati dal capogruppo di Forza Italia, Antonello Aurigemma, che hanno deciso di fare vera opposizione: quella che non si limita a mettere in piedi manifestazioni bizzarre contro il sindaco di Roma o il presidente della Regione, ma un'iniziativa vera sulla base della Costituzione.
Ora, Nicola Zingaretti ha due possibilità: o sostiene il Comune di Roma e santifica Virginia Raggi, oppure si rimette la giacca istituzionale e affronta i nodi di Roma in base all'art.118 del “testo sacro” che recita: “Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per assicurarne l'esercizio unitario, siano conferite a Province, Città metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”. E proprio sul principio di sussidiarietà, definito dal comma 4 del 118 i costituzionalisti hanno ammesso la possibilità di attuare i poteri sostitutivi anche quando si tratta di “autonomie locali” tutelate dall'art. 5 della stessa Costituzione.
Così nella richiesta di consiglio straordinario, i firmatari chiariscono: “In virtù delle gravi difficoltà incontrate dai romani... la Regione possa adottare tutte le opportune misure volte a dare piena attuazione al principio costituzionale, compreso in caso di perdurante inerzia, l'esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti di Roma Capitale”.
Qualora la Regione Lazio dovesse votare una simile decisione, si aprirebbe un precedente costituzionale unico nel suo genere. Dal punto di vista politico sarebbe una vera rivoluzione col Governo Lega-5Stelle costretto all'angolo in difesa di Virginia Raggi. E il paradosso è che a lanciare l'esca non sarebbe il Pd ma quello che una volta era il centrodestra con Forza Italia in testa e con la Lega costretta all'angolo.