Roma

Roma: notti senz'acqua, città condannata. Perdita record a San Giovanni

Arriva il "cervellone" che chiuderà i rubinetti in maniera chirurgica

Siccità, Roma condannata alla “sete” con le previste interruzioni di erogazione dell'acqua da parte di Acea che, giorno dopo giorno, diventano sempre più una certezza. E il meteo non arriva in aiuto del sindaco Raggi: la danza della pioggia ha solo coperto il cielo e di acqua nei prossimi giorni se ne prevede così poca che non basterà neanche per lavare un marciapiede.

 

E se Acea sminuisce gli effetti, propagandando un cervellone che chiuderà i rubinetti in maniera chirurgica, l'acquedotto scolapasta continua a rigurgitare acqua da sottoterra senza che nessuno se ne accorga. Succede in piazza San Giovanni in Laterano, dove esattamente da 9 giorni consecutivi una buchetta in piena corsia preferenziale che crea un gradevole laghetto continuo, è stata “avvistata” dai vigili urbani che saggiamente hanno predisposto una transenna, il solito nastro e un cartello che avvisa automobilisti e autisti di bus. Ebbene, nella centralissima piazza San Giovanni, la buca che zampilla è diventata un monumento all'inefficienza di Acea.


Intanto la battaglia legale contro i prelievi al lago di Bracciano si arricchisce di una nuova puntata. Il 29 agosto dal Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale Bracciano Martignano è stata presentata una nuova istanza di intervento urgente alla Regione Lazio ad integrazione di quella già protocollata di il 27 giugno 2017.
L’atto predisposto dal pool di avvocati composto da Francesco Falconi, Simone Calvigioni, Mario Lepidi e Marco Marianello, che assiste il Comitato è indirizzato al Direttore della Direzione Regionale Risorse Idriche, Difesa del Suolo e Rifiuti, della Regione Lazio; all’Assessore alle Infrastrutture, Politiche Abitative ed Enti locali, Fabio Refrigeri; all’Assessore Rapporti con il Consiglio, Ambiente e Rifiuti, Mauro Buschini; al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Il provvedimento è corredato di report scientifici elaborati dall’Ispra e dal Parco di Bracciano-Martignano, documenti che mettono in risalto la grave sofferenza dell’ecosistema lacustre. In particolare il Parco scrive che “attualmente si può verificare che gli effetti cumulativi degli importanti prelievi idrici una compromissione ed un grave depauperamento dell’area della ZSC IT6030010 “Lago di Bracciano”, con una drastica riduzione di biodiversità e la conseguente riduzione delle superfici degli habitat 3130, 3150 e 3140 e quindi un deterioramento degli stessi”.
La relazione evidenzia inoltre un arretramento della linea di costa nella zona di Vigna di Valle/lungolago delle Muse con l’emersione di un’area, in questa zona, di ben 11,4 ettari.
Altro dato rilevante riguarda l’auspicato ritorno alla normalità, ovvero allo zero idrometrico individuato dal Parco e dal Progetto SMALL, che non avverrà prima di 6 (sei) anni e a condizione che vengano sospese le captazioni.
Con questa nuova istanza il Comitato chiede i funzionari ed amministratori regionali, con la massima urgenza, adempiano ai propri obblighi di legge e per l’effetto vogliano disporre l’immediata interruzione delle captazioni dal lago di Bracciano, ordinando ad Acea Ato 2 spa e/o Acea spa o comunque al soggetto che sfrutta la concessione per la captazione di interrompere immediatamente la presa d’acqua fino a quando le acque del lago non saranno tornate al loro naturale livello di 163,04 metri s.l.m. e, in caso di inadempimento, eseguire in via coattiva il provvedimento emanato.
Si richiede inoltre che si disponga immediatamente che un soggetto terzo rispetto allo stesso soggetto captatore (preferibilmente pubblico, come ad esempio l’A.R.P.A., l’ISPRA, una Università o l’E.N.E.A.) abbia accesso diretto al monitoraggio del flusso delle captazioni e possa quindi garantire sull’effettivo rispetto della sospensione delle captazioni nonché, in seguito, possa controllare il livello effettivo delle captazioni poste in essere dal lago di Bracciano ed eseguire il monitoraggio statistico delle captazioni stesse.
“Con l’avvertimento che – conclude l’istanza di intervento urgente - la mancata adozione dei provvedimenti di cui sopra esporrà i destinatari della presente missiva a responsabilità penale, civile e contabile”.