Roma
Roma, opere pubbliche "commissariate": Raggi fa mea culpa e si affida al Mit
Accordo tra Comune e Ministero: il Provveditorato gestirà gli appalti relativi alle opere pubbliche
Raggi si auto-commissaria ed affida le Opere pubbliche di Roma al Mit. Il Provveditorato alle Opere pubbliche del Lazio diventa la "stazione appaltante e centrale di committenza" per manutenzione e progettazione di nuove infrastruttre della Capitale, ed il "mea culpa" a cinque stelle scatena l'ironia del Pd.
L'accordo, che nei fatti dovrebbe "accelerare l’avvio di lavori importantissimi e inderogabili ed evitare le lungaggini amministrative e burocratiche", sembra infatti un passo indietro della giunta M5S, una presa di coscienza della prorpia inefficienza e, di conseguenza, un passo indietro importante. Dopo l'invocazione dell'esercito contro le buche e il progetto "strade nuove", l'obiettivo dichiarato di Governo e Comune diventa così smuovere Roma attraverso la gestione del Ministero degli appalti di manutenzione delle strade e gestione ordinaria, con il team messo in campo dal Provveditorato che "gestirà integralmente la realizzazione delle opere, dalla progettazione alla direzione lavori fino alla consegna degli interventi realizzati".
Una decisione che non mette però in discussione solo il lavoro della Raggi, ma anche quello dei suoi assessori. Tra i più discussi proprio quello ai Lavori Pubblici e Infrastrutture, Margherita Gatta: "È un auto-commissariamento a tutti gli effetti che sottolinea ufficialmente l’incapacità, in primis, del suo Assessore, Margherita Gatta, che si riprometteva di riparare le strade con la ‘naturopatia´; ma anche su dirigenti e impiegati comunali che, nel solito scaricabarile grillino, appaiono come incapaci - attacca il Pd, in una nota congiunta del capogruppo capitolino Pelonzi e della consigliera Piccolo - Possono i dirigenti capitolini essere competitivi se chi li guida usa la ‘naturopatia´ per la manutenzione stradale? Dopo la svolta della nuova ‘cantieristica Raggi´, l’assessore Gatta resta disoccupata e dovrebbe prendere atto di essere stata esautorata dai compiti assegnategli e dimettersi. Dalle buche alle altre emergenze romane il passo è breve”.
“La sindaca Raggi avrebbe potuto appaltare allo Stato anche il problema rifiuti – ironizza ancora il Pd – coinvolgendo il Ministro dell’Ambiente il quale ovviamente, non avendone le competenze, ha cercato di salvarle la faccia senza riuscirvi. Ma la stessa cosa avrebbe potuto fare anche con i trasporti se le fosse possibile. Insomma, abbiamo una Sindaca che non vuol fare la Sindaca. Probabilmente è maturata in lei la consapevolezza del grande errore che ha fatto a candidarsi, e siamo sicuri che sta contando, come tutti i romani, i giorni che mancano alla conclusione del suo mandato".