Roma

"Roma ostaggio di un Tpl inadeguato". L'Agenzia controllo qualità boccia Atac

Il 63% dei romani è insoddisfatto del servizio bus, meglio (il 48%) la metropolitana

Roma priva di infrastrutture, pianificazione e coordinamento dei mezzi pubblici,  città ostaggio di una “rete trasporti inadeguata”. L'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale boccia su tutti i fronti bus e metro Atac nel proprio focus relativo al 2017.

 

Il rapporto svela infatti una qualità trasporto insufficiente, e spesso inefficente, nonché un malcontento generale dei cittadini. Secondo l'Agenzia controllo qualità il 63% degli utenti (prendendo in considerazione confort, sicurezza e accessibilità) è infatti insoddisfatto del servizio, contro  il 37% che si dichiara è dichiara soddisfatto. Migliore la valutazione generale relativamente alla metropolitana, considerata positivamente dal 52% dei romani e negativamente dal restante 48%. La linea con i “voti” migliori è la neonata linea C, seguita dalla B1, dalla A e dalla B.

 

Segnalazioni e reclami. Il triste record del "708"

Reclami, segnalazioni, proposte, informazioni, richieste e ringraziamenti. Atac sommersa da sei diverse tipologie di segnalazioni nel corso del 2017, delle quale, neanche a dirlo, la categoria più rappresentata è quella dei reclami, pari al 71,7%. La top ten delle linee che ne hanno avuti di più vede al primo posto la linea del bus 708 (piazzale dell’Agricoltura-Versari), seguito dal 310 (piazza Vescovio-Termini), dal 2 (Flaminio-Piazza Mancini), dal 654 (Cinecittà-Quarto Miglio), dal 3 (Valle Giulia- Trastevere) e dal 170 (Termini-Piazzale dell’Agricoltura).

La flotta

I romani possono contare su un numero di vetture-chilometro che è in aumento per il servizio metro, ma in diminuzione per autobus e tram. Dal 2012, infatti, l’offerta di vetture- chilometro per il trasporto sotterraneo è cresciuta del 13% (grazie anche all’apertura della metro C), mentre quella per il trasporto di superficie è diminuita del 16%, provocando una riduzione di oltre 4 miliardi di posti-chilometro (numero di posti offerti agli utenti dai mezzi di trasporto in un anno) e ulteriori disagi per i passeggeri.I guasti alle vetture, dovuti soprattutto all'anzianità dei mezzi , sono tra le cause principali della riduzione delle corse. La mancanza dei pezzi di ricambio inoltre ha danneggiato l’efficienza del servizio, sia degli autobus che della metro, e se nel 2014, tra le corse perse dell’underground, 2 su 3 venivano soppresse per mancanza di personale, nel biennio 2016/17 è stata la mancanza di ricambi il motivo per cui i treni rimanevano fermi.

Roma e Milano, confronto impietoso

Il confronto tra Atac e Atm (azienda trasporti milanesi), mette in evidenza alcune delle criticità della società controllata romana. Al primo posto l'aspetto dei costi operativi, i costi del personale e la produttività. I costi operativi per vettura/km non sono molto differenti tra le due aziende, tuttavia atm ha chiuso i propri conti in utile per tutti gli esercizi considerati, mentre Atac ha accumulato perdite superiori al proprio patrimonio netto e non è in grado di far fronte ai propri debitori. I costi del personale, che in entrambe le società costituiscono oltre la metà dei costi operativi, hanno un'incidenza ancora maggiore in Atac rispetto ad Atm: il 63% contro il 60% nel 2016. Un'incidenza andata crescendo negli ultimi anni per Atac, poichè l'azienda capitolina ha risparmiato su spese per i servizi, i materiali e la manutenzione, con ricadute negative sulla qualità del servizio.

Conclusioni

A Roma manca una visione e una organizzazione globale della mobilità e la città sconta defict nelle infrastrutture mancanza di una pianificazione e di un coordinamento dei trasporti, che comprenda ad esempio la manutenzione delle strade, la gestione delle corsie, il controllo del traffico. “Il sistema della mobilità, del resto, non dipende solo dai vettori del trasporto (autobus, tram e metropolitane), -ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Carlo Sgandurra- e non dipende quindi solo  dalla società che ne gestisce mezzi e strutture, ma è fortemente condizionato da una serie di fattori che insieme convergono a determinare la qualità del trasporto pubblico e a garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. Anzi, paradossalmente, in un tale scoordinato contesto logistico, la società partecipata che gestisce il servizio, rischia di farsi carico di problemi che non dipendono da essa e di apparire come la sola responsabile dell’inefficienza dell’intero sistema”.