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Roma, pronto soccorsi intasati. Maxi-affollamento: non ci sono posti letto

Pronto soccorsi sovraffollati e mancanza di letti: negli ospedali romani la situazione è allarmante. Solo nella giornata di mercoledì più di mille pazienti suddivisi tra i maggiori pronto soccorsi della Capitale aspettavano di essere visitati. Di questi, oltre un terzo era in attesa di un posto letto per il ricovero.

 

A denunciare la situazione è l'OS NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che ha segnalato gravissime difficoltà nella gestione dei pazienti. “Si sono avuti nella Capitale punte di 144 pazienti Policlinico Casilino di cui 40 in attesa di ricovero, 124 pazienti al Policlinico Umberto I° di cui 49 in attesa di ricovero, 121 a Tor Vergata di cui 12 in attesa di ricovero, 159 al Gemelli di cui 27 in attesa di ricovero, 101 al San Camillo-Forlanini con 50 in attesa di ricovero, 98 al Sant’Andrea con 20 utenti in attesa di ricovero, al Sant’Eugenio 101 con 33 in attesa di ricovero, 110 al Pertini con 46 pazienti in attesa di posti letto”, scrive il sindacato in una nota, ricordando come la problematica del sovraffollamento si riscontri ripetutamente in determinati periodi dell'anno.
Irrimediabilmente il personale degli automezzi Ares deve fare i conti con attese infinite nei piazzali degli ospedali per poter recuperare e utilizzare le barelle occupate dai pazienti in fila per il ricovero.
Un problema che per OS NurSind è cronico e andrebbe gestito a livello Regionale, prevenendo le crisi: “È vera emergenza o solo una maladministration/mala gestio dei Dirigenti preposti nel trovare delle soluzioni efficaci, efficienti e durature? Nursind è molti anni che denuncia questa deriva”, scrivono specificando che ancora non siamo entrati nel periodo di picco influenzale.
Effetto domino dei sovraffollamenti è quello dell'aggravio di lavoro per il personale infermieristico e medico che deve alternarsi tra i nuovi arrivi e i pazienti in attesa di posto letto. Il personale è costretto a dedicare tempo anche alle spiegazioni dei ritardi di gestione del flusso di pazienti, al posto che indirizzarlo più efficacemente nel supporto del lavoro dei medici.
“Si stima che il 40-50% del personale viene distratto dalle mansioni dell’emergenze effettive per dare assistenza ai pazienti in attesa di ricovero sulle barelle – scrive il sindacato - Ma cosa si fa nelle strutture per evitare questo? A noi pare molto poco. Nascondere la testa sotto la sabbia non è una soluzione e cercare una spiegazione rischia di scontrarsi con chi non facilita il turn over o con chi non fa compiutamente il proprio lavoro. L’O.S. Nursind rimarrà vigile su questi eventi e chiede sin da ora un intervento della Regione Lazio con dei provvedimenti d’urgenza che evitino il black-out definitivo dell’emergenza sanitaria a Roma e Provincia per garantire ai cittadini quella qualità di cura nei pronto soccorso che ora non hanno e contemporaneamente chiede un incontro con le forze politiche regionali per discutere delle criticità legate all’emergenza/urgenza nella nostra Provincia”.
 

 

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