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Roma
Roma, ristoratori in piazza contro Governo: “Esclusi da Decreto Sostegni ter”
Giancarlo Giorgetti (Lapresse)

I ristoratori tornano in piazza. Questa volta per manifestare contro i la decisione del Governo di non inserire le imprese del settore Horeca all'interno del Decreto Sostegni ter. Una delegazione del sindacato Tni Italia, che rappresenta le imprese della ristorazione e ricettività, martedì 10 maggio alle 9.30 sarà infatti nella Capitale per un presidio sotto il tribunale civile di Roma, in concomitanza con l'udienza della causa contro il governo Conte.

Il ricorso è stato presentato a febbraio 2021 da un centinaio di aziende della ristorazione per i danni causati dal lockdown e dai Dpcm. I ristoratori, attraverso questa azione collettiva, chiedono l'accertamento del diritto di ottenere un risarcimento, tenendo conto della riduzione del fatturato, dei costi variabili e fissi, del danno da perdita di clientela e da perdita del valore aziendale. Danni dovuti all'impossibilità di esercitare l'attività per effetto dei provvedimenti normativi che si sono susseguiti nel corso di tutta la pandemia. La causa è portata avanti dagli avvocati Gaetano Viciconte e Fabio Cappelletti, entrambi del Foro di Firenze.

Le richieste del sindacato Tni Italia

“Passa il tempo - commenta Clara Ogliari, del direttivo di Tni Italia - passano i governi, ma alle imprese della ristorazione sono arrivate e continuano ad arrivare solo briciole. Anzi. Dai 200 milioni di contributi a fondo perduto previsti per il commercio al dettaglio, per i quali è possibile fare domanda dal 3 maggio scorso, le imprese del settore Horeca sono proprio rimaste tagliate fuori" previsti dal decreto Sostegni ter. Il Ministero dello sviluppo economico ha infatti reso operativo il Fondo dedicato al rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio, con il quale vengono messi a disposizione i 200 milioni di euro per l'anno 2022.

"Non c'è il codice Ateco - spiega ancora Ogliari - che ammette le aziende della ristorazione. Un vero scandalo. Un'altra beffa per un settore oggi dimenticato. Ci attendiamo un intervento d'urgenza per ripianare questa discrepanza e questa assoluta sperequazione tra settori. Non basta lavorare a Pasqua per compensare i debiti che gli imprenditori hanno fatto per sopravvivere a questi due anni di pandemia e restrizioni. Domani – conclude - dopo più di una trentina di manifestazioni e presidi fatti in due anni, saremo di nuovo a Roma per far sentire la voce della categori”.

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