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Roma
Roma saluta Marco Pannella: “A subito”. Emma Bonino, "omaggi ipocriti"

Addio a Marco Pannella in una piazza Navona stracolma. E' la band di Carletto Loffredo a salutarlo a suon di jazz nella piazza gremita di persone, dove, spiega Rita Bernardini, c'e' "la famiglia di Pannella allargata a tutti voi, una famiglia che sceglie di stare insieme ogni giorno perché non ha catene". La storica compagna di Pannella, Mirella Parachini, dal canto suo ci tiene a ricordare che l'unico auspicio di Marco era: "al mio funerale non voglio che si pianga".
Scorrono le immagini del video dedicato al leader scomparso, accompagnate dagli applausi della folla, nella quale spicca il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore (PD), e dei presenti sul palco, fra cui Rita Bernardini, Mina Welby e il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto Della Vedova. Chiamata sul palco da Rita Bernardini, fra cori e ovazioni, Emma Bonino ha parlato polemicamente di “omaggi postumi che puzzano di ipocrisia lontano un miglio”.
Dando il benvenuto, tuttavia, se “ricreduti”. La Bonino condivide ”L’insegnamento  più grande di Marco”: “il senso delle istituzioni, della politica come impegno e non affare, come impegno pesante ma gioioso. Politica come una scelta d'impegno".
Continua poi: "Abbiamo sentito dirgli tante volte 'amateci di meno, votateci di più. Non lo avete mai fatto. E ora non ci date per scontati, non dite "i Radicali ci saranno comunque", noi ci saremo fino a quando ce la faremo. Amateci di meno, votateci di più. Potete pagarvi il lusso di avere i Radicali che 'controllano' nelle istituzioni, nei Consigli comunali delle città che vanno al voto - ha aggiunto - Non vi siete mai pentiti di averci dato un voto. Fatevi un regalo: mandate qualche radicale a rappresentarvi". Emma Bonino aggiunge con impeto: "Anche in questi giorni di amarcord la stampa si limita a ricordare le battaglie sull'aborto e il divorzio, ma Marco è molto di più di questo". Cita poi la battaglia per le guerre jugoslave e ai più giovani non manca di di ricordare: “Negli anni '80, gli anni della Milano 'da bere' ci siamo battuti contro l'esplosione del debito pubblico perché sarebbe ricaduto su di voi".


Al termine della proiezione delle immagini su Pannella, Rita Bernardini ha menzionato "lo striscione dei detenuti di Rebibbia" e ha chiesto ai detenuti in cella "una battitura felice, allegra, gonfia di speranze. Cominciate a sbattere sulle sbarre come avete fatto tante volte, quando vi siete uniti agli scioperi della fame di Marco".

Parlando abbracciato a Laura Hart, Matteo Angioli ha invece citato un motto pannelliano, "Together for ever" (insieme per sempre), e ha concluso il suo intervento con "A subito, Marco!".  
Fra i commenti, quello di Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e candidato del Pd a sindaco di Roma: “Mi viene in mente la prima volta che ho ascoltato Pannella. Nel 1979, venivo da una manifestazione, entravo a piazza Navona e lui stava facendo un comizio. Poi dopo qualche giorno sono andato al partito radicale e lì è iniziata la mia storia".
Non manca il saluto dell’onorevole Maurizio Gasparri (Fi), vicepresidente del Senato: “Marco Pannella è stato un "protagonista" della politica italiana con uno spirito militante. Non sono di quelli che dicono che le leggi che ha promosso abbiano migliorato l'Italia, anzi. Sulle questioni che contano, come la famiglia, abbiamo sempre avuto posizioni diverse. Il più grande successo elettorale radicale non è legato a Pannella ma a Emma Bonino. Siamo a un funerale non all'adesione a idee. È un saluto a un avversario. Venire a salutare non vuol dire aderire alle idee".
Commosso, l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli: ”Non c'è un erede oggi per Pannella ed è difficile che appaia. Da parte mia c'è una grande riconoscenza perché la scuola di formazione dei radicali e di Pannella è stata legata ai contenuti, a cose da ottenere, spesso da strappare, da una posizione di minoranza”. E aggiunge: "La grande intuizione di Pannella è stata far capire agli italiani che erano migliori di come essi stessi pensassero - ha aggiunto - Qui parlo con una certa serenità perché c'è un clima di festa, ma perdere Marco per me è significato perdere un pezzo di paternità".

Riccardo Magi, segretario dei Radicali italiani e capolista della lista radicale per il Campidoglio, chiosa: “Da dove ripartiamo? In realtà ripartiamo da dove siamo, dalle iniziative in corso, assolutamente nel solco della storia, della cultura e della tradizione radicale. In questa piazza si raccolgono le firme per la legge per la legalizzazione della cannabis e alla Camera è già incardinata la legge per l'eutanasia”. E prosegue: “Abbiamo in corso a Milano e Roma campagne elettorali su obiettivi pienamente radicali. Come ha ricordato Emma Bonino, quando ci sono stati radicali nelle istituzioni sono stati capaci in anticipo di capire, denunciare e prevenire", ha concluso.

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