Roma

Roma si arrende ai pirati informatici: zero fondi per proteggersi dagli hacker

di Franco Pasqualetti

Nessuno stanziamento per implementare il livello tecnologico.E gli attacchi informatici diventano un appuntamento fisso. Sistemi di controllo datati e vecchi pc

Roma Capitale si arrende agli hacker. Nessuno stanziamento per implementare il livello tecnologico. Un anno fa l'attacco al portale, poi l'assalto virtuale ai sistemi anagrafici, per passare dalle mail dei dipartimenti e di migliaia di dipendenti hackerate. Ultimo attacco è di poche ore fa: in tilt tutti i siti legati alla cultura e gestiti da Zetema, con una perdita economica di migliaia di euro perché la bigliettazione virtuale era ferma.

Di fronte a tanti arrembaggi nessuna contromossa. Solo uno spostamento di deleghe e burocrazia al mitologico DTD, il dipartimento tecnologico che dall'Eur gestisce ogni richiesta: dalle prese ai pc (alcuni hanno ancora Windows 2000), passando per la ciberc security e i corsi per i dipendenti.

La rivoluzione che non si vede della Casa delle tecnologie

Insomma, il livello più alto di informatizzazione del Campidogliò troviamo alla stazione Tiburtina, nella Casa delle Tecnologie emergenti: una lavagna tecnologica, corsi di accelerazione e qualche postazione da pc. Neanche un wifi: insomma, una sorta di scatola vuota realizzata per giustificare i finanziamenti a pioggia che arrivano dal Mise (o forse arrivavano perché il Governo sta rivedendo le scelte passate) e che fortunatamente non gravano sulle casse capitoline.

L'unica difesa? Il dipartimento tecnologico...

Per il resto zero. Ah no, una cosa c'è: ci sono le mail trappola che il mitico DTD invia per beccare i dipendenti capitolini distratti ("Hai aperto una mail di test che poteva nascondere un attacco hacker: non farlo più!"). Non è uno scherzo. Sono le altissime strategie che il Campidoglio di Gualtieri sta portando avanti per digitalizzare sempre più il Comune di Roma. Zero fondi per proteggersi da futuri attacchi hacker e i pirati che quasi si scocciano a violare una rete più bucata di una forma di groviera.

La denuncia di Aizone

A denunciare il fatto è stata Flavia De Gregorio, una che di digitalizazzione e sicurezza informativa se ne intende parecchio e porta avanti da tempo una battaglia per trasformare il pachidermico sistema informatico di Roma in una moderna rete per i cittadini e i dipendenti che ogni giorno prima di far partire le carcasse di Roma Capitale hanno bisogno di almeno 15 minuti. E non è una battuta.ù

Niente fondi

"A distanza di un anno dall'interrogazione con la quale avevamo chiesto una verifica dello stato di salute dei sistemi informatici di Roma Capitale e delle sue partecipate, evidenziando addirittura le potenziali minacce, il Campidoglio non ha dato ancora seguito a quanto ci aveva assicurato mettendo in condizioni il dipartimento dedicato alla cybersecurity di garantire l'adozione di standard di sicurezza adeguati grazie anche a un congruo stanziamento di fondi". Così in una nota Flavia De Gregorio, capogruppo capitolino di Azione, e Nicola Bianchi, assessore ombra al digitale della lista civica Calenda sindaco.

Zetema? Nessuna sorpresa

"Non ci ha sorpreso, dunque, il grave attacco informatico che nei giorni scorsi ha colpito Zétema. Quanto accaduto rappresenta una minaccia significativa oltre che per la sicurezza anche per la privacy dei dati di milioni di cittadini che hanno riposto fiducia nella amministrazione e potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Ora più che mai, dunque, è essenziale elevare la sicurezza dei sistemi informativi a priorità assoluta, con il Campidoglio che assume pienamente le proprie responsabilità nella promozione della cybersicurezza", concludono.