Roma

Roma si è dimenticata il Colosseo. Social follia, bocciati in turismo 2.0

Cercare “Colosseo” su Facebook e trovare solo hotel: potenza del web marketing che ha sotterrato le informazioni per il turismo in una città che ha totalmente abdicato alla volontà di essere presente sul fronte social. Non un account ufficiale su Twitter per il monumento più conosciuto al mondo, non una pagina sul social più usato per presentare novità e mostre: il Comune di Roma e la Sovrintendenza non possono che essere bocciate in digital pr.
Un'assenza dalle Rete tanto più pesante in un mondo come quello del turismo che trova linfa vitale dal web. La presenza di pagine “ufficiali” si ferma alla paginetta con il nuovo (e contestatissimo) logo del Comune di Roma che ha trovato appena 33mila like, la Regione Lazio fa di poco meglio con il suo Visit Lazio che sul social blu trova 87mila seguaci di un marchio che ricorda l'indimenticato spot dell'ex ministro al turismo Francesco Rutelli e il suo maccheronico “please visit Italy” divenuto soggetto di infinite parodie.

Succede così che la miopia delle amministrazioni lascia la Rete alla mercè dello spirito amatoriale di singoli che usano il web per pubblicizzare i propri scatti fotografici mentre i luoghi simbolo della città eterna rimandano sui social ad hotel e società che offrono visite guidate. Provare per credere, e sufficiente riempire il campo di ricerca di Facebook e Twitter per trovare decine di account non ufficiali della maggior parte dei monumenti della città eterna. Non stupisce così che Roma sia totalmente assente nell'elenco degli account italiani legati alla promozione locale sui social. Se Roma piange anche Milano non ride e l'Italia stessa non se la passa bene: sono infatti solo sette gli account tricolore a finire menzionati tra i primi 500 censiti da Rise Reports e dalla classifica ne mancano molti fra cui Expo, Italia.it e Turismo Milano.
Un fallimento a dir poco evidente capace di mancare non solo l'obiettivo di promuovere il Paese ma di trasformare i canali “innovativi” nei tradizionali carrozzoni in bancarotta come nel caso di Promuovitalia, la società con socio unico l’Agenzia nazionale del turismo, sotto il controllo del Mibact a cui di fatto appartiene, che negli ultimi tre anni è trasformata da assopigliatutto degli appalti europei della formazione dedicata agli inoccupati nel settore del turismo, a uno mero stipendificio.

Il report firmato dalla società Rise Reports mette in fila, classificandoli in base ai follower, gli account Twitter di enti e in generale organismi dedicati alla promozione turistica praticamente di ogni Paese, le località italiane che si aggiungono a Italia.it (74mila seguaci) sono otto nei primi 500: Marche Turismo (61esimo), Turismo Milano (29mila), Puglia Events (progetto della regione 201esimo con 22mila follower) e Viaggiareinpuglia.it (233esimo con 18mila), Turismo Roma (12.600), Turismo Torino (343esimo posto, 10mila follower), Visit Sardinia (385esimo, 8mila), All About Tuscany (che non pare un profilo ufficiale, 393esimo con 8mila follower) e Piemonte Turismo al 438esimo posto con 7mila seguaci. Lontanissimi i vertici della classifica con Turchia, Visit London e la pagina ufficiale del dipartimento del turismo filippino. Dei portabandiera italiani fanno di meglio profili di Paesi, regioni, città, metropoli, organizzazioni locali e account ufficiali di ministeri, enti turistici, dipartimenti
Discorso a parte per il sito “verybello” annunciato in pompa magna per promuovere il Bel Paese al tempo dell'Expo ma che si è tramutato in un portale di annunci senza anima, e delle 8 lingue in cui doveva essere tradotto si è fermato al solo inglese. Si può e si deve fare di più, magari non dilapidando 613mila follower che Expo ha catturato su twitter e che dal 31 ottobre andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.