Roma

Roma sprecona e magnona. "E io pago". I conti segreti della città in un libro

Chiarelette dà alle stampe il lavoro della Commissione sulla spesa

di Patrizio J. Macci

Roma sprecona, "magnona", ladrona. La città più bella del mondo è anche quella più costosa, corrotta e inefficiente. Ma i ladri rubano se nessuno controlla e gli lascia mano libera. La requisitoria del Movimento Cinque Stelle sui mali di Roma sciorinato in quasi quattrocento pagine di documenti, analisi, dati. Un fiume di soldi che non si capisce dove vadano a finire mentre lo stato di salute della Capitale è in caduta libera. Roma è oggettivamente una città sporca, con i mezzi pubblici malfunzionanti e una rete stradale ridotta a un colabrodo.
L'hanno firmata Daniele Frongia, romano statistico e informatico presso l’Istat consigliere comunale del movimento Cinque Stelle nella passata consiliatura e presidente della Commissione per la riforma e la razionalizzazione della spesa di Roma insieme a Laura Maragnani per l'editore Chiarelettere con il titolo "E io pago". Per la prima volta vengono resi pubblici i dati raccolti dalla Commissione che per più di due anni ha lavorato sui conti disastrati e dissennati di Roma Capitale. Un malloppo di carte "dimenticate" nei cassetti dell’amministrazione che mostrano una realtà inquietante.
I numeri del grande saccheggio di Roma a spese del paese intero. Il Campidoglio perde 400 milioni di euro annui tra i servizi (non dovuti) offerti gratuitamente e le tasse evase da soggetti ben identificati nel volume. L’acqua per le fontane della capitale costa più di 5 milioni di euro l’anno; cooperative, circoli sportivi e ospedali privati fanno affari in residenze da sogno a spese della collettività. Otto inquilini su dieci del Comune (naturalmente in pieno centro) non pagano l’affitto da anni. C’è un’Italia che se ne frega di bollette, multe, tasse, contratti, e c’è un Comune che non riesce a farsi pagare un euro. I grandi sprechi che offendono l'occhio di qualsiasi lettore vanno dagli 800 milioni di Euro per la Metro C (costi in eccesso), ai 600 milioni di Euro di indebitamento dell'ATER (le case popolari) in affitti mai corrisposti, 600 milioni per l'incompiuta Città dello sport di Calatrava soprannominata dai romani "La cattedrale nel deserto", 586 milioni di Euro gettati nell'avventura dissennata dei Punti verde qualità al centro dell'inchiesta di Mafia Capitale, 160 milioni di Euro per il corridoio Laurentino dove avrebbe dovuto sfrecciare una flotta di filobus invece ridotto a semplice corsia preferenziale. Dulcis in fundo, i 30 milioni di euro di dfferenza tra consuntivo e preventivo dell'eterea Nuvola di Fuksas della quale il Comune è anche proprietario in percentuale. E poi i canoni dettagliati e i beneficiari di un patrimonio sterminato in metri quadrati, a prezzi che spesso non arrivano a pagare il prezzo di un pasto completo in una catena di fast food. Improbabili manifestazioni musicali che pagano per l'affitto degli spazi cifre irrisorie, che non basterebbero ad affittare un bugigattolo in periferia.
Roma come il simbolo di una mala gestione diventata sistema di vita, nel quale sguazzano i cittadini e i suoi amministratori. La cronaca puntuale di un saccheggio.