Roma
Roma, strisce blu a 3 euro. Stangata servita, Codacons : “Ricorso al Tar”
Il Campidoglio presenta l'ultima "mazzata" a firma Stefàno nel silenzio dell'opposizione
Strisce blu a 3 euro l'ora dopo le prime 2 ore nell'anello che circonda il centro storico. La grande mazzata M5S è servita. O, per lo meno, è progettata.
Roma, stringe la cinghia per la disoccupazione; l'Atac fa sempre meno chilometri di servizio e il Campidoglio progetta la nuova clamorosa stangata. Artefice è il presidente della Commissione Mobilità Enrico Stèfano che in due giorni mette a segno due colpi mortali al traffico veicolare: annuncia l'aumento della sosta tariffata e poi l'apertura dei cantieri per una serie di corsie preferenziali, facendo strage di posti auto anche in zona tariffata e con l'effetto di raddoppiare il “valore reale” di ciascun posto in strisce blu, non appena sarà varato un aumento delle tariffe che non ha precedenti, se non con l'istituzione delle strisce blu.
Nel silenzio dell'opposizione, l'unica voce è quella del Codacons che tuona: “Valuteremo piano del Comune e istruttoria seguita e se inadeguata siamo pronti a ricorrere al Tar”. E non sarebbe la prima volta che il Codacons riesce a bloccare un aumento delle tariffe: è successo per ben due volte prima con Alemanno e poi con Marino.
A differenza di Stèfano, che ha ormai preso il posto dell'invisibile assessore Linda Meleo, il Codancons ha le idee chiare su traffico e trasporti: “Un aumento delle tariffe per le strisce blu della capitale sarà possibile solo se prima si incrementerà il servizio di trasporto pubblico e se si adotteranno misure per regolamentare il traffico e combattere la sosta selvaggia”. E l'avvocato Rienzi, spiega: “Non è in alcun modo possibile aumentare il costo delle strisce blu lasciando la mobilità capitolina nello stato pietoso in cui versa oggi. Un incremento delle tariffe può essere accettato se limitato (massimo 2 euro l’ora) e se accompagnato da misure per migliorare la viabilità, in primis la lotta alla sosta selvaggia e alla doppia fila, e rendere adeguati i trasporti pubblici, in modo da spingere gli utenti a lasciare a casa l’auto e offrire loro alternative valide per gli spostamenti. In caso contrario diverrebbe un provvedimento punitivo nei confronti di una categoria specifica di cittadini, ossia gli automobilisti, annullabile davanti la giustizia amministrativa”.
Invece Stèfano in sede di presentazione della proposta l'aveva spiegata ricorrendo a una strategia difensiva: “L’obiettivo non è quello di fare cassa, ma decongestionare le aree più attrattive della nostra città e rendere maggiormente performante il trasporto pubblico". L’attuale sistema infatti, con tariffe basse, abbonamenti e esenzioni, penalizza la rotazione e l’accessibilità, anche se garantisce entrate maggiori all’amministrazione.