Roma
Roma torna a sognare: Catarci accende il sogno della città dei 15 minuti
L'idea rivoluzionaria di Marco Simoni della "città dei 15 minuti" diventa operativa con l'assessore Catarci. La DIRETTA SU AFFARITALIANI
La promessa elettorale meno promossa durante la campagna estiva di Roberto Gualtieri, nasconde in realtà la più innovazione che la città più complicata d'Italia possa aspettarsi: la “Roma dei 15 minuti”.
La vera rivoluzione di una città a misura d'uomo, antidoto vitale al “romacentrismo” muove i primi passi con l'assessore Andrea Catarci che ha deciso di dedicare una tre giorni a quella visione che l'estensore del programma del sindaco, Marco Simoni, pensava giustamente fosse il vero perno del cambiamento.
La città dei 15 minuti
Più della battaglia perenne contro i rifiuti, quasi pera in assenza di impianti seri di smaltimento e trasformazione; ancora più rivoluzionaria del risanamento dell'Atac e l'efficienza dei trasporti, la Roma dei 15 minuti è stata dileggiata ma ora si muove. La a a terra” (come dicono gli aziendalisti della politica tanto di moda) una vera rivoluzione urbana, se l'è presa proprio l'assessore Catarci deciso a lasciare un segno nelle politiche cittadine, aprendo le porte della politica alla città reale.
Tre giorni di lavori con Sinistra Ecologista
Ufficialmente la tre giorni è un primo bilancio dei 100 giorni di Sinistra Civica Ecologista al governo di Roma, in realtà è il perno del “nostri progetto visionario”. Spiega ancora l'assessore Catarci: COVID-19 ha innescato nuovi stili di vita, stabili forme di distanziamento e anche innovative forme di solidarietà ed ora serve un nuovo paradigma per fare organizzazione nella città comune. Una nuova stagione amministrativa ha bisogno di autonomia e progetto: una rete tra buone pratiche territoriali, l’investimento sociale sulla democrazia territoriale, una visione strategica per la città dei prossimi decenni.
Ma non basta. Non basta un approccio tecnocratico e nemmeno il tanto atteso buon governo. Occorre dare voce a quei luoghi del conflitto, quelle fratture aperte per rinsaldare un patto di cittadinanza tra “chi è dentro” e chi, troppi, rischiano di rimanere “fuori”. Per questo apriamo un confronto su “i nostri primi 100 giorni” nell'Assemblea capitolina con il Sindaco Gualtieri e nei quindici consigli municipali.
Una tre giorni di iniziativa nelle strade e nelle piazze con eventi diffusi nei municipi e infine un momento di confronto cittadino e nazionale che sia occasione per ridefinire il percorso da fare insieme. Verificare i passi fin qui compiuti convinti che il contesto politico, economico e sociale richieda un'attenta e costante collaborazione all'interno della maggioranza al governo della città”.
Contro la tecnocrazia di governo
“Vogliamo coinvolgere tutte e tutti coloro che hanno contribuito a portarci in Campidoglio e nei municipi per definire e indirizzare il nostro ruolo nelle istituzioni e in città. Realizzeremo attività di indagine, eventi diffusi in città, incontri tematici, tavoli di confronto per indirizzare l'iniziativa politica dei prossimi mesi nell'ascolto costante della cittadinanza, nella realizzazione degli obiettivi di governo e nell'incrocio dei desideri che attraversano la città. Dopo il risultato elettorale, con tutte le fragilità che ci ha consegnato, crediamo sia il momento di uno scatto in avanti anche organizzativo per lavorare nelle istituzioni, a partire dalle postazioni popolari, dai territori dimenticati e dalle casematte delle resistenze diffuse”.
LA VISIONE DI MARCO SIMONI
Per chi non avesse ancora compreso il valore della rivoluzione già avviata, ecco un estratto della visione di Marco Simoni, dal programma di Roberto Gualtieri: ““Roma dei 15 minuti” è la misura delle nostre politiche perché rappresenta un’idea contemporanea di sviluppo urbano, di rivitalizzazione della vita di quartiere opposta alla città divisa in aree anonime in cui si dorme, aree in cui si consuma, aree in cui si lavora. Quindici minuti deve essere il tempo massimo, a piedi o in bicicletta, per raggiungere i luoghi necessari per essere davvero cittadine e cittadini: un parco, un presidio socio-sanitario, una fermata del trasporto pubblico su rotaia, l’asilo e la scuola per i nostri figli, un centro culturale, un luogo dove praticare sport, la possibilità di acquistare ciò che serve nella quotidianità, ma anche un co-working, un luogo dove poter lavorare da remoto riuscendo a conciliare meglio di sempre i tempi della propria vita”.