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Roma
“Roma torni a coltivare le sue vocazioni”. I costruttori chiedono una svolta

"Roma deve tornare a coltivare una sua vocazione o, meglio ancora, le sue molteplici vocazioni”: Basta lamenti e recriminazioni, è il momento di rimboccarsi le maniche. Qualche segnale positivo di ripresa c'è ma bisogna lavorare per completare la Riforma che permette a Roma di avere strumenti e risorse per essere Capitale d'Italia.


L'appello arriva dal presidente dei costruttori romani, Nicolò Rebecchini che, nella sua relazione per l'assemblea annuale, traccia la linea programmatica dell'Acer.
“E’ auspicabile che tale visione sulla Roma del futuro prossimo sia il frutto di una discussione collettiva, alla quale partecipino le forze migliori e vitali della città, opportunamente rielaborata e sintetizzata dalla politica che tutti ci rappresenta. A dire la verità questa discussione sembra finalmente avviata. Prima, per settimane, intellettuali, personalità ed esponenti di spicco della classe politica e del panorama giornalistico, hanno sollevato, con argomentazioni differenti ma in fondo convergenti, il tema di una riforma radicale delle istituzioni che incidono sulla vita dei romani. Poi, lo scorso 17 ottobre abbiamo assistito a un ulteriore salto di qualità con la prima riunione del Tavolo per Roma, fortemente voluto dal ministro dello Sviluppo Calenda e con la partecipazione dei massimi rappresentanti delle istituzioni interessate, la Sindaca Virginia Raggi e il Presidente della Regione Nicola Zingaretti, insieme alle principali rappresentanze sociali. Da troppo tempo non si percepiva una volontà di collaborazione, nell’interesse della Capitale, da parte di tutte le istituzioni, a partire dal Governo e dalla Regione, entrambi chiamati a svolgere un ruolo fondamentale".

Ancora: "Come Acer e come singoli operatori impegnati su Roma, siamo spesso chiamati ad unirci al coro delle lamentele contro il degrado della Capitale. Noi questo degrado lo abbiamo denunciato prima ancora che diventasse una piaga diffusa oggi sotto gli occhi di tutti, ed è per questo che siamo i primi a volerci rimboccare le maniche ed esigiamo un passo avanti da tutta la classe dirigente cittadina e non. Non ci interessa unirci al coro delle polemiche strumentali e sterili. La polemica fine a se stessa non può offrire ragioni per costruire un’alternativa. Non vogliamo rendere il terreno ancor più fertile per l’ulteriore degrado di domani. Roma deve rientrare a far parte del gruppo di metropoli più attrattive nel mondo sviluppato. Per far ciò è necessario elaborare una visione della città in cui vorremo vivere tra 15-20 anni. Una visione che, coniugando competitività economica e qualità della vita, necessariamente deve tenere conto delle specificità della nostra città che sono, ovviamente, diverse da quelle di altre metropoli come Milano, Londra o Parigi. Ognuna ha proprie caratteristiche e vissuti, tanto che i raffronti risultano essere poco significativi, non tenendo conto delle peculiarità di ciascuna. Abbandoniamo da una parte il respiro corto delle scadenze legislative, comunali o nazionali che siano, dall’altra la presunzione di predisporre hic et nunc un Piano irrealisticamente dettagliato e non suscettibile di cambiamenti in corso d’opera.
Concepiamo una visione del futuro cittadino che tenga conto delle macro-tendenze che già si percepiscono, su quelle peculiarità positive – chiamiamole pure
“eccellenze” – che l’Urbe ha sempre avuto, anche se oggi paiono avvolte da una patina sempre più spessa di disagio e rassegnazione", conclude Rebecchini.

“Completare la Riforma per Roma Capitale”

"Diventa imprescindibile ragionare fattivamente su una riforma istituzionale che vada al di là del perimetro delle mura della nostra città.
Portare a compimento la modifica costituzionale con la legge che disciplini compiutamente funzioni, attribuzioni e adeguate risorse finanziarie di Roma Capitale dovrebbe essere considerato il minimo sindacale per rispettare la scelta costituzionale compiuta ormai otto anni fa. Garantire le risorse finanziarie adeguate per Roma Capitale non equivale ad andare a caccia di chissà quale regalia assistenzialistica, ma è il pendant necessario e doveroso per un ente che nasce, sempre per citare la legge originaria, come dotato di una speciale autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria. Non è questa un’esigenza solo romana, ma è indispensabile per l’intero paese. Roma non è un Comune come un altro”.

“Economia in moto ma il mercato del lavoro è asfittico”

"L’economia italiana è di nuovo in moto. Nelle scorse settimane, per la prima volta da molti anni, le istituzioni, le associazioni di categoria e gli addetti ai lavori
hanno rivisto al rialzo le previsioni e le stime dell’andamento del prodotto interno lordo del nostro paese. Ma la positiva inversione di tendenza è veramente
tangibile? Preoccupa la lentezza con cui i segnali positivi registrati si trasmettono effettivamente alla generalità dell’economia reale: il mercato del lavoro è ancora asfittico. Dal 2012 il tasso di disoccupazione in Italia non è mai più sceso sotto l’11%, valore ben al di sopra della media europea".

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