Roma
Roma tra i rifiuti, non lo dite a Raggi. “Ama sogna un termovalorizzatore”
Il piano di Ama non sembra proprio quello di onorare il programma elettorale di “verso rifiuti zero. Il punto di Cristina Grancio
di Cristina Grancio *
Ama sembra proprio andare verso l’abbandono del porta a porta e della raccolta differenziata e dimentica le volontà dei romani di aver scelto la Raggi perché intenzionata ad incrementarla fino al 70%, e la strada dei termovalorizzatori sembra essere dietro l’angolo.
Per capirlo basta fare alcune considerazioni sulle modalità di gestione di alcuni suoi comparti per i quali era stato fatto il bando come quello del “Servizio di raccolta differenziata porta a porta delle frazioni di rifiuto organico, multilaterale leggero, cassette di plastica, vetro carta, imballaggi in carta e cartone e rifiuto indifferenziato presso le utenze non domestiche di Roma Capitale in 16 lotti territoriali” e sul fatto che in questi giorni a Roma l’amministratore unico di Ama Stefano Zaghis afferma: “Ii nuovi camion compattatori che l'azienda ha acquistato negli ultimi nove mesi possono sollevare e svuotare tutti i cassonetti stradali da 2.400 litri, sia quelli destinati alla differenziata (carta, plastica e metallo, organico) sia quelli per l’indifferenziato".
Ovvio Zaghis nega questa tendenza affermando che fra le sue 4 ipotesi di piano industriale di AMA quella dei termovalorizzatori è stata scartata dal Comune ma basta aspettare la “disperazione” perché alla fine i cittadini stremati la accettino, piuttosto che ritrovarsi sommersi dai rifiuti.
La scelta di AMA di aver internalizzato il servizio di raccolta non domestica senza incrementare atti o operazioni, per competenze e carichi di lavoro, ma smantellando parte delle imprese che avevano vinto il bando e spostando operatori AMA, tra l’altro non specializzati, dalla raccolta domestica a quella non domestica sta creando problemi principalmente proprio in quei municipi dove 270 operatori sono stati mandati a casa, e questo può essere un altro indizio della direzione presa.
Proprio di questi giorni, tra l’altro, la preoccupazione dell’Ordine dei Medici di Roma, dell’emergenza sanitaria rifiuti si affianca a quella del Covid-19, “Roma è troppo sporca è allarme”. La Storta, Labaro, Bufalotta sono parte di quei lotti su cui più il Presidente dell’Ordine dei medici Magi si lamenta. E allora basta che tempo e sfinimento dei cittadini sommersi dall’immondizia facciano il loro corso che il gioco è fatto. Del resto Acea SPA, di cui Roma Capitale è azionista maggioritario, non nasconde che sta puntando sulla termovalorizzazione; Roma con i suoi nuovi compattatori può raccogliere anche l’indifferenziata che può direttamente essere scaricata nel termovalorizzatore; a sentire chi la mondezza la raccoglie e dalle fonti ufficiali, la quota di differenziata non fa altro che diminuire. Allora come diceva Agata Cristie “un indizio è un inizio, due sono un caso, tre indizi sono una prova”: il piano di AMA non sembra proprio quello di onorare il programma elettorale di “verso rifiuti zero”! E chissà che poi l’emergenza Covid-19 non dia l’ultimo aiutino finale…
* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto