Roma: trasporti a picco, aumentano i rifiuti. Si salva solo la cultura
L'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali svela lo stato di salute di trasporti e rifiuti
Roma paga una Tari record per i rifiuti, seconda solo a Napoli in Italia, ma l'immondizia aumenta: 1.739 tonnellate, il 3% in più rispetto al 2017. Sono i dati horror che Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali svela sui rifiuti della Capitale, ma non solo. Ai raggi x finiscono anche trasporti, verde pubblico e cultura.
L'analisi dei servizi relativa al 2018 dell'Agenzia si arricchisce quest'anno di indicatori "quali-quantitativi ed economici", dando di fatto un "aggiornato quadro di sintesi dei principali servizi pubblici erogati nella capitale, anche attraverso un confronto con le principali realtà urbane nazionali ed europee". È così possibile tracciare confronti con altre realtà metropolitane e scoprire che Roma, rispetto a Milano, spende ad esempio il 32% in più ad abitante per i rifiuti e oltre il 60% in meno per i trasporti.
Al centro della recente cronaca, ma non solo, finiscono proprio i rifiuti. Capitolo scottante della giunta Raggi e tasto dolente della quotidianità romana, con i dati che rivelano una crescita sia della differenziata (45,4% rispetto al 44,3% dello scorso anno) che l'indifferenziata; la frazione più importante della differenziata è rappresentata dall'organico (271mila tonnellate) seguito dalla carta e dal multimateriale.
I numeri rivelano poi come Roma si avvicini più ai trend delle città del nord, che hanno un comportamento più virtuoso, rispetto quelle del sud. Delle 939 tonnellate di indifferenziata prodotte nel 2017 Ama ha trattato il 37% termovalorizzandolo prevalentemente nel Lazio, mentre gli scarti da discarica sono stati spediti fuori regione. "L'indisponibilità dell'impiantistica necessaria alla chiusura del ciclo rifiuti è uno dei fattori che più fortemente condiziona l'efficacia del servizi", si legge nella nota.
Dati apparentemente inconcilibili, così come potrebbero sembrare quelli relativi al verde di Roma. A fronte di un numero maggiore di alberi, la manutenzione risulta ancora in calo: "A causa del blocco delle gare nel 2017, gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria hanno subito un drastico calo, come la potatura dei 315 mila alberi che ricadono sotto la competenza capitolina - denuncia l'Agenzia - mentre si registra un forte incremento degli interventi urgenti che passano da un totale di 650 nel 2017 ai 5.225 del solo primo semestre 2018. Nello stesso periodo, per la prima volta dal 2012, il saldo del bilancio arboreo registra un segno positivo con 2.155 nuovi alberi messi a dimora al netto dei 529 abbattuti".
Resta problematica la condizione della mobilita', soprattutto di superficie. Nel caso di Atac, persiste la difficoltà di attuare puntualmente quanto programmato anche a causa del taglio dei costi per la manutenzione, che rendono quello della Capitaale "il parco vetture tra i piu' modesti e vetusti d'Italia".
"Tra squilibri gestionali e tensioni finanziarie - prosegue il testo - le ripercussioni sulla qualità del servizio reso ai cittadini sono clamorose: negli ultimi 4 anni, ad esempio, è raddoppiato il numero delle corse di superficie a gestione Atac soppresse che nel 2017 sfiora 1,3 milioni, in aumento del 26,5% rispetto al 2016, mentre guasti e ritardi hanno fermato quasi una vettura su due". Dato aggravato dagli utenti trasportati, che nella capitale si aggira attorno a 1,2 miliardi di passeggeri l'anno. Numeri che auperano l'intera somma di quelli che si avvalgono del tpl a Milano (568mila), Torino (251mila) e Napoli (120mila. Il dossier annuale dell'Agenzia sottolinea che anche "il trend positivo della rete metropolitana registra una battuta d'arresto: mancanza di pezzi di ricambio, scioperi e malfunzionamenti sono alcune delle cause responsabili di una flessione in negativo del 6% della qualita' percepita dagli utenti rispetto all'anno precedente". Si riscontra infine "un ingente aumento delle corse perse di oltre il 41% tra 2016 e 2017". Cosi', annota la relazione "l'unico dato che registra il segno più e' il numero degli abbonamenti annuali venduti e in generale i ricavi dalla vendita dei titoli di viaggio, che arriva a coprire ora il 31% dei costi operativi, in linea con il dato del 2016 e in tendenziale crescita dal 2012, quando la copertura si attestava al 26%".
Ma anche quest'anno Roma si consola con storia ed arte, patrimonio inesauribile della città. "Vola" infatti il settore della cultura, del tempo libero e del turismo. Il quadro generale resta stabile, con fattori di incremento legati a iniziative particolari come le domeniche gratuite o l’accesso libero ai “piccoli musei”, mentre le mostre presentano un andamento più altalenante dovuto all’attrattività degli eventi proposti.
Prosegue l’andamento positivo registrato anche lo scorso anno soprattutto per i musei e gli spettacoli dal vivo (rispettivamente +9,4 e +13,9% dal 2016), tutti in tendenziale crescita, con una ripresa di alcune importanti realtà che nel 2016 avevano avuto una battuta d’arresto come Musica per Roma e Teatri in Comune. Nel 2017 i visitatori della rete Musei in Comune sono aumentati di 230mila unità rispetto all’anno precedente e di quasi 400mila rispetto alla media 2010-16, con una variazione percentuale positiva di oltre il 20% nel periodo considerato. Ad attirare più visitatori nel 2017 sono stati il Museo di Roma (+105% dal 2016), di cui sono risultate vincenti la parziale riorganizzazione e alcune scelte espositive, come la mostra su Artemisia Gentileschi, e l’iniziativa Viaggi nei Fori, con oltre 117mila presenze. Ancora da verificare le conseguenze del passaggio di gestione, avvenuto nel 2018, dei musei Macro e Mattatoio (ex Macro Testaccio) da Zètema a Palaexpo.
Nonostante la ricchezza e pluralità dell’offerta e una lenta ma costante crescita del numero di arrivi turistici, pari nel 2017 a circa 14,7 milioni di persone con una variazione percentuale del +3% rispetto all’anno precedente, Roma risente però di un trend mondiale che si orienta verso un’esperienza turistica “mordi e fuggi” con una media di 2,4 giorni di permanenza. A luglio 2018 è stata introdotta la Mic card, che permette l’ingresso alla rete dei Musei in Comune con un abbonamento annuale al prezzo di cinque euro per residenti, domiciliati e studenti il cui successo si misura con i 38.441 abbonamenti venduti e i 192.295 euro incassati nel periodo dal 5 luglio al 26 novembre 2018, e che fa di Roma la più economica e accessibile tra le città italiane che offrono questo servizio (a Firenze la card annuale per residenti di ingresso ai musei civici costa 40 euro). Il settore della cultura è stato oggetto a fine 2016 di una riorganizzazione che, entrata in piena attuazione l’anno successivo, è ancora in fase di assestamento e i cui effetti non sono ancora valutabili. Crescono nel 2017 i numeri riguardanti le 39 biblioteche di Roma, non tanto dei prestiti e degli iscritti, che rimangono stabili su una media di 33-34mila, quanto dei partecipanti alle attività e iniziative ospitate (eventi, spettacoli, laboratori e cineforum), facendo registrare un vertiginoso +242,7% di presenze dal 2016 al 2017.
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