Roma

Roma, uccisi dal gelo: è strage di clochard. L'allarme: “Dramma isolamento”

La Comunità di Sant'Egidio svela i numeri dietro l'emergenza: “Ottomila i senzatetto, si può fare di più”

di Massimiliano Martinelli

Roma saluta il decimo clochard dall'arrivo dell'inverno, martedì l'ennesimo corpo trovato senza vita riverso nel proprio giacilio per sfuggire al gelo. Una strage silenziosa, con una media di un morto ogni tre giorni nel 2019, figlia del freddo killer come dell'indifferenza, con la Comunità di Sant'Egidio che lancia l'allarme: “L'isolamento sociale il pericolo più grosso” .

 

Morti in strada nell'indifferenza, invisibili al mondo, colpevoli solo di non avere un tetto sopra la testa. Il decimo clochard trovato senza vita nel Parco della Resistenza getta Roma in una vera e propria emergenza, con un “popolo” di migliaia di senzatetto decimato da quello che assomiglia sempre più ad un bollettino di guerra. Troppo spesso unica difesa degli ultimi e dei più fragili è il mondo dell'associazionismo, animato dal lavoro dei volontari e da donazioni spontanee. A darci la misura del fenomeno Augusto D'Angelo, coordinatore delle attività di strada per la Comunità di Sant'Egidio: “Secondo il nostro monitoraggio sarebbero 8mila le persone senza dimora su Roma”. Una città all'interna della città, nella quale “2500 dormono in alloggi spesso messi a disposizioni dalle comunità – prosegue D'Angelo ad Affaritaliani – Altrettanti in alloggi di fortuna, come capanni o casolari, e quasi 3mila letteralmente in strada”.

Da sempre in prima linea a tutela dei bisognosi, con l'arrivo dell'inverno Sant'Egidio ha messo in campo una serie di iniziative: “Abbiamo aperto la chiesa di San Callisto, a Trastevere, dove attualmente dormono 30 persone – prosegue D'Angelo – Abbiamo inoltre riaperto una scuola in disuso grazie alla collaborazione di un Municipio romano; loro forniscono luce, gas e garantiscono la struttura, noi l'accoglienza”. Nonostante le temperature in costante calo, ed il rischio che rappresentano, le contro-misure sono però purtroppo limitate anche per loro: “In questi giorni abbiamo portato coperte, vestiti e cioccolata calda”, racconta D'Angelo.

Ma senza un riparo fisso, il rischio maggiore per tantissime persone in difficoltà resta sempre quello dell'isolamento. Non è infatti raro che in molti, nel tentativo di sfuggire ai pericoli della strada, scelgano di allontanarsi per dormire in pace, salvo trovare la morte in solitudine : “Il pericolo più grosso è l'isolamento sociale – ricorda D'Angelo – È importante in tal senso partecipare, per fare la differenza basta una coperta e una bevanda calda”.

Un invito a portare coperte, e non a buttarle, senza polemiche con politica ed istituzioni, con D'Agostino che ammette: “Sarebbe importante ampliare i posti letto disponibili, in tal senso si potrebbe fare di più”.

Ormai da giorni la Comunità di Sant'Egidio ha inoltre rinnovato il proprio appello ai romani, ma non solo, ricordando la possibilità di donare ogni giorno beni di prima necessità, recandosi dalle 19 alle 20 in via Dandolo 10. Rimandando per ogni segnalazione alla sala operativa sociale del Comune, nonché, per altre attività di volontariato, allo stesso sito web della Comunità.