Roma

Roma, un party triste come metafora della vita. La festa diventa mostra d'arte

“A destra secondo piano”: una collettiva d'arte contemporanea che ragiona sul tema della festa come metafora della vita

di Maddalena Scarabottolo

Un party sotto forma di mostra d'arte. La festa triste di “A destra secondo piano”, curata da Santa Nastro, si fonde con l'arte nelle stanze della galleria “Casa Vuota” di Roma.

 

Una collettiva, che raccoglie i lavori di Natascia Abbatista, Mariantonietta Bagliato e Patrizia Piarulli, visitabile su appuntamento fino al 31 marzo  all'interno 4A di via Maia 12. Tre stanze e un bagno sono gli ambienti messi a disposizione delle artiste, le quali attraverso delle opere concepite in site specific indagano quelle sensazioni che rimangono dentro ad ognuno di noi nei momenti successivi il termine di un momento festoso. La festa viene intesa come un attimo di  fugace felicità che svanisce e vola via: una riflessione sull'importanza che acquista l'istante, anche se precario e a volte inafferrabile. In certi elaborati artistici  si percepisce infatti la nascita di un cortocircuito, di un nonsense, perché si avverte quella nostalgia, quel malessere che impedisce di godere appieno l'ultimo momento di allegria. 

Il tema  della “festa triste” diventa una metafora che esprime in realtà il rammarico che tutti proviamo di fronte alla velocità con cui le cose belle della vita sfuggono di mano. Ad esempio in breve tempo ci si ritrova adulti e si capisce che la “festa”, la “pacchia” è finita e bisogna fare i conti con le proprie responsabilità.

Questi aspetti trasformano la mostra in una riflessione visiva sulla generazione contemporanea. Una generazione che arriva a festa conclusa e che deve lavorare per tenere in piedi quel poco che rimane. Tutto ciò ha però un duplice significato: il presente  che ci è stato donato non va inteso solo in modo negativo ma dovrebbe rappresentare uno spunto per ripartire e per costruire qualcosa di nuovo. Questo specifico aspetto si nota in particolare nelle opere di Patrizia Piarulli che interviene con ricami sommari sulle stoffe di un antico corredo. Una realtà antica quella del ricamo, un'eredità delle origini che viene ripresa e reinterpretata per creare nuovi scenari di rapporti propositivi tra le persone. Di segno completamente diverso invece sono i lavori di Mariantonietta Bagliato: grandi installazioni in stoffa che definisce come “scultura morbida” e che sono caratterizzate da un retrogusto un po' amaro perché gli elementi ludici vengono reinterpretati con colori e aspetti che fanno pensare a tutto fuorché a un momento gioioso. Natascia Abbatista lavora sempre in questa direzione presentando delle immagini fotografiche sulle quali i visi ritratti sono schermati da maschere che crea in modo materico. “Sad Party” ricorda quelle situazioni imbarazzanti quando si partecipa a feste in cui non ci si sente a proprio agio ma nonostante questo bisogna per forza sorridere. In queste occasioni la festa diventa una costrizione e non più un momento di felicità perché si recita anziché vivere.

Una collettiva dunque che propone riflessioni importanti sulla vita ma anche su aspetti più ludici e positivi. Un potpourri di sensazioni e impressioni che lascia spazio a tutti i gusti.