Roma

Roma, urbanistica stravolta: il mistero del Maximo e la strategia di Montuori

Cristina Grancio interviene sull'intricata vicenda del centro commerciale Maximo: "Ci vuole chiarezza"

di Cristina Grancio *

Il centro commerciale Maximo, nato per poter realizzare le esigenze del territorio popolare del Laurentino attraverso un Piano di Recupero Urbano, sembra trasformarsi in un gioco di scatole cinesi, la cui società lussemburghese “Polma1 S.A”., subentrata al cambio di controllo di Capital Dev/Unicredit di Luca Parnasi, che è proprietaria di “Parsec6”, capogruppo delle società che hanno sottoscritto la convenzione urbanistica, rischia di non avere i requisiti richiesti dalla legge italiana per poter dialogare con la pubblica amministrazione in materia di tutela antimafia e antiriciclaggio.

Qualche giorno fa, ho depositato un’interrogazione al Sindaco e alla Giunta al fine di fare luce su questa questione che rischia di stravolgere, come succede troppo spesso, i concetti di fondo dell’urbanistica, che ha come obiettivo prioritario il riequilibrio, in termini di servizi, di un territorio in cui disgraziatamente i suoi cittadini sono penalizzati fortemente dalla rendita urbana.

Essa costituisce quel meccanismo che ha fatto sì, che i quartieri popolari, nati spesso ai margini della città portassero opere di urbanizzazione a carico delle risorse pubbliche, che poi venivano sfruttate per operazioni speculative nei territori circostanti senza che i quartieri nati intorno, a carico dei privati, contribuissero nella stessa misura allo sviluppo del territorio, ma anzi, paradosso dei paradossi, diventassero delle sanguisughe sulle spalle dei territori più deboli. 

cristina grancio
 

Ora il centro commerciale Maximo, rischia di diventare l’ennesima sanguisuga, nato in cambio di opere pubbliche da realizzare a favore del quartiere Laurentino. Le società e per esse gli imprenditori che stanno dietro al Maximo chiedono di poter aprire senza aver realizzato quelle opere che dovevano essere garantite. Quali argomentazioni sventola Parsec 6 per aprire il centro commerciale nonostante non abbia assolto i propri doveri scolpiti da una convenzione? Convenzione che rendeva responsabili in solido tutti i soggetti attuatori con capofila la società Parsec 6? Sventola non gli impegni con i cittadini, ma quelli presi con l’imprenditoria privata, facendo leva sul solito tasto dei posti di lavoro. I posti di lavoro e gli impegni nei confronti dei cittadini non devono essere messi in contrapposizione al fine di superare controversie fra privati -immobil10 e parsec6- che impediscono di onorare gli obblighi e, a causa dei quali, i privati sono ricorsi al tar nel tentativo di sciogliere il nodo. 

Nella commissione urbanistica del 6 novembre gli uffici del comune di Roma sono stati chiari dichiarando che si atterranno a quello che stabilirà il TAR e dimostreremo che la situazione nella quale ci siamo incagliati non è dettata da mancanza di volontà o inerzia dell’amministrazione. Quello che non si capisce è per quale motivo l’assessore Montuori, disperatamente, sembrava cercare, durante la commissione tenutasi, un diverso mandato rispetto a quello già espresso dall’unanimità del Consiglio nel quale si esprimeva l’assoluta priorità della realizzazione delle opere pubbliche per poi procedere all’apertura del centro commerciale; forse per potersi sedere al tavolo col proponente e portare avanti una modifica alla convenzione urbanistica.

Quale la strategia dell’assessore Montuori? Quanto vuole concedere ai privati? Per quale motivo sembra insistere alla ricerca di un mandato che i commissari della commissione urbanistica non hanno il potere di dargli? Spero che l’assessore risponda nei tempi da regolamento all’interrogazione che ho presentato perché, stavolta, non si può accettare che si prendano decisioni senza aver capito se la società Polma1 S.A., che detiene proprietà di Parsec6 abbia o meno le caratteristiche per poter subentrare nei rapporti con la pubblica amministrazione. Senza chiarezza non si prende nessun impegno e stavolta non ci accontenteremo delle parole del Dott. Baccano (rappresentante in commissione di Parsec6) che, addirittura sembrerebbe negare le parole dell’Ing.  Colombo (Amministratore Delegato di Parsec6) in una lettera inviata a tutti gli operatori commerciali e di cui sono venuta in possesso in una chat di cittadini a sostegno del PRU Laurentino. 

L’assessore faccia chiarezza di chi è la nuova proprietà di Parsec6, non può permettersi zone d’ombra, non può permettere che l’amministrazione rischi di affidare lavori a chi non ha i soldi per rispondere delle responsabilità prese. Se le cose non sono state fatte nel rispetto delle regole si revochi la convenzione e si escutano le fideiussioni al fine di permettere all’amministrazione di realizzare in proprio le opere mancanti.

* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto