Romani assuefatti e rassegnati alla sporcizia. “Raggi altro che buon Natale”
L'ex questore e prefetto di Roma: “Non ci rendiamo conto che il decoro urbano sia un valore che una buona amministrazione deve tutelare”
di Francesco Tagliente
Gli Auguri del Sindaco di Roma mi fanno riflettere con amarezza sul pericolo dell’assuefazione e rassegnazione dei romani.
Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha scelto Facebook per fare gli auguri di Natale ai cittadini della capitale. “Ai romani, a quanti vivono e lavorano nella nostra Città e ai turisti, l'augurio di un felice Natale e di trascorrere momenti di serenità e gioia. Sono stati due anni intensi di lavoro, abbiamo superato molte difficoltà. Ora arriva il momento di raccogliere i frutti di questo impegno. E ne sono certa: il 2019 sarà l'anno del riscatto”. Ancora: “Guardiamo al futuro della nostra città tenendo sempre a cuore il rilancio di Roma, il benessere dei cittadini e dei nostri figli. A tutti coloro che stanno lavorando senza sosta per la nostra città. Buon Natale Roma!”, conclude il post di Virginia Raggi.
Forse, a farmi riflettere mentre portavo la spazzatura verso i cassonetti, sono stati proprio gli auguri di Natale dalla prima cittadina, con la sua dichiarazione che ”ora arriva il momento di raccogliere i frutti dell’ impegno di due anni di intenso lavoro”.
L’immagine del mio quartiere, come Vigna Clara, in uno stato di degrado mai visto negli ultimi 50 anni, mi ha portato a pensare all’articolo pubblicato su “New York Times” che, descrivendo la Capitale ostaggio del degrado, titola «Roma è in rovina» dai rifiuti al traffico. Il corrispondente Jason Horowitz scrive: “Il cittadino romano è così rassegnato e abbattuto dalla sporcizia che lo circonda che non riesce più a riconoscere o vedere il triste stato della città”.
E’ proprio vero, siamo rassegnati al punto da non segnalare più i lampioni accesi di giorno e spenti di notte; a non renderci conto che i rifiuti come fogliame, cartacce e plastica abbandonati lungo le strade e non raccolti intasano le fognature con il pericolo di disastri; a non renderci conto che la Tari che paghiamo, la tassa sui rifiuti, è indissolubilmente legata all’effettivo espletamento del servizio di raccolta della spazzatura.
Non ci rendiamo conto che il decoro urbano sia un valore che una buona amministrazione comunale deve tutelare.
Non riflettiamo sul fatto che, se l’immondizia resta nei cassonetti o peggio ancora per strada come contribuenti, abbiamo il diritto come minimo a una riduzione della Tari, se non a una sua totale decurtazione.
Non riflettiamo nemmeno sul fatto che la sporcizia sui marciapiedi crea una situazione di carenza igienico-ambientale anche per quello che portiamo, sotto le scarpe, pure nelle nostre case.
Non ci ricordiamo che “in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”, la Tari è dovuta ma solo “nella misura massima del 20 per cento della tariffa.
Non riflettiamo che anche la Suprema corte ha ribadito un consolidato principio, che nel caso del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti attivato dal Comune, il mancato svolgimento nella zona di ubicazione dell'immobile comporta il pagamento in misura ridotta, come previsto dall'articolo 59 del Dlgs 507/1993.
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