Roma
Romani “drogati” dalle medicine. Record consumi: 1249 dosi ogni 1000 abitanti
La malattia cronica della Sanità italiana è la disuguaglianza. I dati di Osservasalute
I cittadini di Roma e del Lazio sono consumatori sfrenati di farmaci, a loro spetta il primato assoluto in Italia. Il rapporto Rapporto Osservasalute 2016 presentato presso il Gemelli racconta che nel corso del 2105 ne hanno bruciate 1249 dosi al giorno ogni mille abitanti, ben 134 dosi in più rispetto alle 1115 della media nazionale.
Il consumo di farmaci antidepressivi in nove anni (2004/15) è cresciuto del 28,3%. La copertura vaccinale antinfluenzale nella popolazione di età 65 anni ed oltre è pari, nella stagione 2015-2016, a 51,0%.
Nel Lazio il valore massimo si è registrato nella stagione 2006-2007 (stagione 2005-2006 a livello nazionale) e negli anni successivi si osserva un andamento oscillante in diminuzione caratterizzato da un dato in aumento nell'ultima stagione esaminata. Cresce la mortalità sotto i 70 anni come in tutto il sud Italia. Il Rapporto dice infatti che il nostro è sistema sanitario dove cresce la diseguaglianza ormai malattia cronica, e il fai da te, nel senso di spesa nel privato che cresce in modo costante. Alcuni esempi: nel 2015, in Italia, ogni cittadino aveva una speranza di vita media di 82,3 anni (uomini 80,1; donne 84,6); nella provincia autonoma di Trento la sopravvivenza sale a 83,5, in Campania scende a 80,5 anni.
Nel Mezzogiorno frena la riduzione della mortalità che negli ultimi anni è diminuita del 27% al Nord, del 22% al Centro e del 20% al Sud ed Isole. La mortalità sotto i 70 anni, considerata dall'Organizzazione Mondiale della Salute un indicatore dell'efficacia dei sistemi sanitari, cresce al sud e nel Lazio “facendo perdere – dal 1995 al 2013 racconta il rapporto - ai cittadini di questa area del Paese i guadagni maturati nell'immediato dopoguerra”.
Pianeta anziani
Il nostro Bel Paese è sempre più abitato da anziani oltre un italiano su cinque ha più di 65 anni. Per la prima volta negli ultimi decenni si assiste alla diminuzione della popolazione residente, e conta un '”esercito” di malati cronici, forte di 23,6 milioni “effettivi quasi 4 su 10.
Il sistema appare meno capace di sostenere i più deboli: “tra il 2003 e il 2014, il tasso standardizzato di mortalità per disturbi psichici passa da 1,8 a 2,4 per 10.000 per entrambi i generi. Analogamente, la mortalità per malattie infettive e parassitarie fa registrare un incremento del 50% circa che ha interessato, principalmente, fasce di popolazione più anziana.
La salute ai privati
Spesa privata dei cittadini per la salute in aumento, specie sud. Nel periodo 2001-2014, la spesa sanitaria privata pro capite è cresciuta passando da 449 euro a 553 con un incremento medio annuo di oltre 100 euro. Di più al sud +1,74% annui in Campania e +3,53% annui in Basilicata. Le regioni del Centro-Nord, invece, presentano incrementi mediamente più contenuti.