Roma

Salta il ponte dei Congressi: l'acciaio ucraino costa troppo, gara deserta

Progettato nel 2000, era stato inserito nel piano dello Stadio dell'As Roma a Tor di Valle, poi cancellato. Ora nuovo stop

La costruzione del Ponte dei Congressi slitta ancora, e stavolta a frenarla potrebbe essere la corsa del prezzo delle materie prime. Il bando del Ministero delle Infrastrutture da 146 milioni di euro per l'affidamento del general contractor e la realizzazione del Ponte, un'arcata lunga 900 metri in acciaio e cemento che attraversa il Tevere all'altezza della Magliana, e andato deserto, come riporta la Gazzetta Ufficiale del 7 marzo.

L'appalto era stato pubblicato a fine 2021, con scadenza 1 febbraio 2022 per la presentazione delle domande. Ma la crescita del prezzo dei materiali, in particolare l'acciaio, componente fondamentale per la struttura, sembra aver frenato le aziende interessate. Nonostante si tratti di un affidamento tra i più attesi e importanti per la mobilita cittadina.

Alle stelle il prezzo dell'acciaio

Dopo la prima ondata della pandemia di Covid, infatti, il prezzo dell'acciaio ha iniziato a salire aggiungendo vette che non toccava dal 2008. Del Ponte dei Congressi a Roma si discute da oltre 20 anni: il Campidoglio ha bandito il primo concorso di progettazione nel 2000. Proprio quel contest aveva prodotto per la prima volta l'idea di una struttura ad arco con dei tiranti, che attraversa il Tevere e snellisce il collegamento stradale con l'aeroporto di Fiumicino ed il quadrante a vocazione uffici dell'Eur. Il ponte era stato inserito anche tra le opere necessarie al sistema di viabilità del progetto per la realizzazione dello stadio della Roma a Tor di Valle, poi ritirato dalla società giallorossa all'inizio del 2021. Anche ora che e venuto meno l'interesse per lo stadio in quel quadrante, la costruzione del ponte migliorerebbe comunque la circolazione stradale sul viadotto della Magliana, tra i punti piu trafficati della città.

Per Bloomberg è uno degli effetti della guerra in Ucraina

L'anno scorso il Mims ha finalmente messo a bando il progetto. Ma i venti di guerra degli ultimi mesi potrebbero aver influito. L'Ucraina e il dodicesimo produttore di acciaio mondiale, con importanti poli produttivi a Mariupol, una delle città più colpite dall'invasione da parte delle truppe della Russia. Oggi anche Bloomberg si occupa della vicenda, annoverando il bando andato a vuoto tra le conseguenze del conflitto in corso. La presentazione delle domande di partecipazione si e chiusa 3 settimane prima dell'avvio delle ostilità, ma la tensione nell'area cresceva ormai da mesi.