Roma
"Salvini magna tranquillo". A Roma mai un sindaco della Lega: rivolta M5S
Salvini studia da sindaco di Roma, l'M5S risponde in coro: "Mattè, magna tranquillo"
Salvini sindaco di Roma: "Matteo magna tranquillo"
Salvini prenota la poltrona di sindaco di Roma, l'M5S non ci sta e passa al controattacco. Via all'offensiva grillina, rispondono in coro la Raggi, Enrico Stefano, neo presidente del consiglio comunale, e l'ex capogruppo Ferrara lanciando lo sfottò virale: "Matteo magna tranquillo".
“A Matte' non sei riuscito manco a fa er sindaco a Milano. Figurati a Roma”. Un accento romano ostentato, il commento al veleno senza però “targare” il diretto l'avversario nel post, con allegata la foto in cui Salvini addenta un fritto, condita dall’hashtag #MatteMagnaSereno. Così la seconda carica più alta del Governo di Roma sbeffeggia il leader leghista, colpevole di aver avanzato ambizioni sulla Capitale. Fresco di nomina a presidente del consiglio comunale, Enrico Stefano abbandona ogni “aplomb” istituzionale per difendere il regno del sindaco Raggi, ormai bersaglio preferito della propaganda di Salvini.
Gli fa eco dopo pochissimo proprio il primo cittadino grillino, che dalla presentazione degli Internazionali di tennis rilancia quello che sembra destinato a diventare un vero e proprio tormentone a 5 stelle: “A Roma si risponderebbe così: Salvini magna tranquillo”, ha chiosato la Raggi. Poche parole ma che non lasciano spazio ad interpretazioni, anzi, fanno capire come il tono del confronto si sia drasticamente alzato. E ancora, è il turno del grillino Paolo Ferrara, autosospesosi dalla carica di capogruppo in consiglio, che attacca: "La lega nella Capitale raccoglie quelli che piangono Berlusconi e scappano dalla Meloni - una vera e propria carta falsa. Una infezione del partito. Salvini dovrebbe difendersi dalla contaminazione in atto prima di pensare a Roma".
Un cambio di strategia comunicativa in casa M5S, con la Raggi in primis che aveva preferito il silenzio, se non le smentite, ad eventuali attriti con l'amico-nemico Salvini. Un ritorno alle origini in perfetto stile grillino, in barba ad alleanze di governo e rapporti diplomatici.
E pensare che per una volta Salvini aveva tenuto bassi i toni, limitandosi a rispondere così,ospite ai microfoni di Rtl 102.5, ad una eventuale candidatura per l'amministrazione di Roma: “Se ci chiamano noi ci siamo”. "Ieri ho salutato tanta gente per strada mi ha detto 'daje Mattè, vieni a fà er sindaco' ma io continuerò a fare il ministro – ha raccontato ancora Salvini - Roma è sicuramente una città complicata da amministrare. È grande sette volte Milano, ma sicuramente è una città che ha bisogno di maggior cura, attenzione, dalla cura delle opere d'arte alla sistemazione delle strade, fino alla cura delle piante e del verde. Però quel 'daje Mattè' mi è rimasto impresso. Io, appena o un attimo, mi piace pare quattro passi a piedi. La vita reale e l'incontro con le persone conta molto di più di mille sondaggi. Sono contento dell'affetto che mi viene dato”.