Roma

San Giovanni, quartiere rivincita: arrivano la Metro C e Papa Francesco

Dal 12 maggio apre la stazione della Metro C: lunedì la visita di Papa Francesco

San Giovanni da sabato 12 maggio non sarà più uguale. E' la rivincita di un quartiere soffocato dai cantieri della linea C della metropolitana che torna a respirare dopo 18 anni.

Ora un tessuto commerciale che ha visto la chiusura sistematica di decine di locali per l'impossibilità di aver il “transito”, si prepara a prendere la sua rivincita. Da Via Emanuele Filiberto a via Carlo Felice dove arriverà il primo di una serie di bagni pubblici a servizio del parco, sino a via La Spezia ancora sofferente dopo la riapertura completa della strada perché trasformata in un capolinea di bus, è un fiorire di attività commerciali che si preparano alla rinascita. Ciò che ieri valeva 10, da sabato con l'apertura della Metro C varrà 12 o 13, nel segno di quella rivalutazione di immobili e attività commerciali che viene trainata dalle infrastrutture di trasporto collettivo.

LA MOVIDA SI SCALDA
Via Taranto, via La Spezia, via Carlo Felice e a salire verso viale Manzoni si candida a diventare una nuova centralità della movida romana, ispirata da un quartiere che sembra avviato ad una rinascita, denso di locali per giovani e meno che sfidano il degrado del Pigneto con un'offerta ordinata e di qualità e una enogastronomia sempre più di qualità. Su tutto il vantaggio di essere al centro di Roma senza lo stress della ztl e della ricerca folle del parcheggio serale. Spazi e servizi, San Giovanni è diventato il simbolo della nuova città.

E a dare una mano al mese di San Giovanni arriva anche il Papa con il tradizionale appuntamento dell'incontro della Diocesi romana con il suo Vescovo. L’appuntamento è per lunedì 14 maggio alle 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Si comincerà con un momento di preghiera; seguirà una sintesi dei lavori pervenuti dalle parrocchie curata da una commissione diocesana, di cui sarà portavoce don Paolo Asolan, professore al Pontificio Istituto Pastorale “Redemptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense. Quindi l’intervento del Santo Padre.

All’appuntamento parteciperanno l’arcivescovo vicario della diocesi di Roma monsignor Angelo De Donatis, i vescovi ausiliari, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e centinaia di laici provenienti dalle parrocchie e dalle altre realtà ecclesiali della diocesi di Roma, nonché i rappresentanti delle aggregazioni ecclesiali, delle cappellanie e delle scuole cattoliche della città. I partecipanti potranno accedere alla basilica di San Giovanni dall’ingresso principale, esibendo il pass e dopo essersi sottoposti ai consueti controlli di sicurezza. Per consentire una più ampia partecipazione, nel cortile del Vicariato saranno predisposte 1.700 sedie e un maxischermo.

LA LETTERA AI ROMANI
L’incontro è stato annunciato nei giorni scorsi dall’arcivescovo vicario Angelo De Donatis con una lettera indirizzata alla diocesi. «Stanno giungendo qui in Vicariato attraverso i vescovi ausiliari – scrive il presule – le relazioni che sintetizzano il percorso che abbiamo vissuto. Il materiale che raccogliamo verrà donato al Papa, affinché possa vedere come la sua diocesi si interroga sulle fatiche nell’annunzio della gioia evangelica». A fare da filo conduttore al lavoro svolto finora, le indicazioni consegnate dal Santo Padre nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Ora, spiega De Donatis, «sarà proprio il Papa a indicarci la “terapia” per uscire dalle malattie che abbiamo individuato». Di qui l’invito a partecipare all’incontro, «un momento di Grazia che ci farà crescere nella dimensione spirituale e comunitaria». Poi, anticipa l’arcivescovo nella missiva, a giugno «tutte le comunità rifletteranno sulle indicazioni che Papa Francesco vorrà darci». In questo modo «ci prepareremo al prossimo anno pastorale, che si aprirà in settembre con un’altra tappa del nostro cammino, quando ci raduneremo per tradurre tutti gli orientamenti emersi in linee operative per la vita spirituale e l’azione pastorale».

L’economia dell’esclusione, l’accidia egoista, l’individualismo comodo, la guerra tra noi, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale: sono queste le “malattie spirituali”. La riflessione sul tema era iniziata, nella diocesi di Roma, su impulso del vicario De Donatis a pochi giorni dall’inizio della Quaresima, con una lettera – inviata ai sacerdoti e ai diaconi lo scorso 30 gennaio – in cui invitava a far par partire un confronto su queste “malattie spirituali” nelle parrocchie e nelle prefetture. A supporto della proposta, il Consiglio episcopale aveva redatto un dépliant intitolato “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”, spedito dal vicario insieme alla lettera. Il risultato di questo discernimento è quanto verrà presentato al Santo Padre.