Roma
Sanità, al Sandro Pertini lo sciopero del centralino
La nuova agitazione dei Cub, dopo quella di dicembre, è prevista per il 25 e 26 febbraio
Sanità, i lavoratori del Centralino/Fax presso l'Ospedale Sandro Pertini hanno proclamato altre due giornate di sciopero, dopo quello del 21 dicembre (riuscito con la piena adesione dei lavoratori) e diversi incontri con la cooperativa Acapo e la Direzione della Asl Roma 2.
Lo rende noto il sindacato Cub. La ASL RM2 copre un territorio vasto con il 45% della popolazione del Comune di Roma e il centralino/fax (attivo H24 per 365 giorni l’anno), è l’anello di congiunzione tra gli uffici, i medici, il pronto soccorso, l’amministrazione pubblica (dalla giustizia a quella veterinaria), i tre ospedali Pertini, CTO, S.Eugenio, e i cittadini che vi si rivolgono per avere accesso alle cure, un diritto garantito dalla Costituzione, fanno sapere i Cub che hanno indotto lo sciopero. Tanto più in questo periodo di emergenza sanitaria. A un mese dall'essere stati colpiti dal Covid con turni massacranti di 12 ore, i lavoratori dei Cub fanno sapere di avere turni di notte/domenica/festività con un organico di due operatori, macchinari obsoleti e minime garanzie sulle condizioni di sicurezza nell’ufficio. La chiusura totale da parte della ASL Roma 2 a qualsiasi proposta fatta dal sindacato ne dimostra la vera linea politica “aziendale”: massimo risparmio (da verificare) a costo dello sfruttamento (certo) dei lavoratori - continuano - e la messa a rischio della salute dei cittadini. Sono decenni che si “esternalizzano” servizi essenziali del Sistema Sanitario: infermieri, operatori socio sanitari, pulizie, amministrativi, mense, vigilanza e il centralino/fax. Con una pletora di contratti di lavoro, un giro di appalti e spesso cause per la loro gestione, che si tramutano in tagli dei salari e delle garanzie occupazionali e di sicurezza. La ASL Roma 2 non fa eccezione, gli unici concorsi sono per risorse esigue e a tempo determinato.
Lo stesso appalto per il centralino/fax ha visto delle “anomalie” tra cui il mancato riconoscimento dell’effettiva funzione del servizio e la ripetizione di contratti precari fino a quel momento, “anomalie” di cui tutte le autorità sono state avvisate, compresa la Regione Lazio. La cooperativa Acapo, aggiudicataria dell’appalto Consip, se non ricontratta la riduzione delle ore si trova oggettivamente nella stessa posizione: per mantenere i costi sotto controllo, diviene “il guardiano” dei lavoratori, snaturando anch’essa la sua funzione “sociale”. I lavoratori Cub del centralino/fax rivendicano: il riconoscimento dei carichi effettivi di lavoro e conseguente aumento delle ore per l’appalto, almeno come era stabilito nella prima Delibera n° 623 del 9 Marzo 2020; condizioni di sicurezza e contrattuali uguali e rispetto della dignità per tutti i lavoratori; l’apertura di un tavolo presso la Regione Lazio per l’internalizzazione del servizio e dei lavoratori. Governo e Regione hanno responsabilità precise e il “nuovo programma” che si sono dati continua a seguire la logica del finanziamento a dirigenti e privati, escludendo gli interessi dei lavoratori: avere condizioni di vita e di lavoro degne, sia quando prestano servizio nelle strutture pubbliche sia quando richiedono assistenza sanitaria, conclude la nota Cub.