Sanità, dentisti in rivolta contro la Regione. Guerra sugli ambulatori
Gli odontoiatri: “Non si può fare le leggi senza coinvolgere i medici”
di Luca Lotti
Dentisti in rivolta contro la Regione Lazio. Oggetto della querelle i contenuti del decreto 540, pubblicato lo scorso dicembre, che ridefinisce le norme per la chirurgia ambulatoriale.
Per bloccarlo chiedono l’intervento del Presidente della Repubblica, poiché i termini, ovvero 60 giorni, per il ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio sono scaduti. Il provvedimento contestato ridefinisce e riorganizza sedi e dotazione degli ambulatori dove si eseguono trattamenti chirurgici senza anestesia generale che non necessitano di ricovero, e che prevedano un tempo di osservazione post intervento al massimo di due ore.
Tre le nuove tipologie di presidi chirurgici individuate. Due, quelli dedicati ad interventi di maggiore complessità, sono previsti all'interno di strutture ospedaliere, il terzo, denominato Presidio Chirurgico Territoriale, destinato al trattamento di prestazioni meno complesse invece è al di fuori delle strutture ospedaliere.Ed è qui che si accentrano le maggiori criticità perché coinvolge in tutti gli ambulatori sul territorio ed in primis tutti gli studi dei dentisti. Il problema consiste nella scelta delle prestazioni considerate a minore/maggiore complessità, ovvero che possano causare possibili complicanze cliniche al paziente. Poi la tempistica: le strutture, sia pubbliche che private, dovranno adeguarsi entro il 30 giugno di quest'anno.
“Questo comporta - spiega Brunello Pollifrone, presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) di Roma - che tutti i presidi territoriali dovranno adeguarsi a livello tecnologico-organizzativo ma, soprattutto, rispetto al tipo di prestazione da eseguire. Ad esempio, secondo questa direttiva, anche una gastroscopia o una colonscopia dovranno, al contrario di quanto avvenuto sino ad oggi, essere eseguite in un presidio ospedaliero o casa di cura, con tutti i disagi che ne conseguiranno in termini di tempi di attesa e di diritto alla prevenzione precoce per i pazienti. La Regione non può, a nostro avviso, legiferare su temi così importanti, senza un preventivo confronto con gli Ordini provinciali e le più importanti associazioni di categoria”.
Confronto che è previsto a giorni. Entro venerdì l’Ordine dei medici di Roma e provincia chiederà con una lettera indirizzata all’assessore alla sanità Alessio D’Amato la convocazione di un incontro urgente per valutare le possibili correzioni. “Credo si possa trovare una soluzione - dice Antonio Magi presidente dell’Ordine - per disinnescare la guerra dei dentisti, senza alzare i toni della polemica. Nel decreto, che ha il difetto fondamentale di essere calato dall’alto, ci sono criticità che vanno e possono essere superate ed il dialogo credo sia la strada maestra per farlo”.
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